“Questo giallo lo dedico alla federazione. Nessuna falsa partenza, solo false promesse”. Esordisce così il post su Instagram pubblicato due giorni fa da Jan Fragiacomo, diventato a stretto giro virale (quasi 3mila like) quantomeno nell’ambiente dell’atletica e dello sport all’indomani dei tricolori di prove multiple.
Ad alimentare le accuse non è solo il 25enne portacolori del Lagarina Crus Team ma l’intero mondo di decatleti ed eptatleti in Italia, deluso dalla decisione presa quest’anno dalla Fidal di scorporare i Campionati italiani di specialità da quelli Assoluti (in programma ad agosto a Caorle) e al contempo di unirli in un’unica tappa ai Campionati di Società.
L’obiettivo dichiarato era quello di valorizzare decathlon ed eptathlon. Ma, a quanto pare, l’operazione non è affatto riuscita, suscitando polemiche a destra e a manca tra gli atleti che settimana scorsa hanno preso parte a una manifestazione, quella di Busto Arsizio, che ha fatto acqua da tutte le parti, dai servizi dentro a quelli fuori dalla pista, dal programma orario all’assenza totale di copertura televisiva e promozionale sugli altri canali.
Parla Fragiacomo: “I pettorali, i blocchi e i 1500 alle 11 di sera”
“Il 90% delle lamentele elencate nel mio post – spiega Jan Fragiacomo – sarebbero state risolte se le prove multiple non fossero state tolte dai Campionati italiani Assoluti. Se invece l’evento viene staccato e non lo copri con la diretta tv allora significa che lo stai snobbando”.

Fragiacomo, che ha chiuso la sua gara al quinto posto con 7281 punti, scende poi nei dettagli del weekend bustocco. “Abbiamo gareggiato in condizioni incredibili. Ci sono stati dati dei pettorali senza alcun segno distintivo che indicasse la disputa di un campionato italiano. Dei fogli bianchi con tre numeri neri sopra, sembrava che qualcuno poco prima del via avesse aperto un file su Word e abbia mandato in stampa. In pista, i blocchi per la partenza erano scivolosi, tanto da costringere la ripetizione di alcune serie di 100 piani e ostacoli. Inoltre c’era stato detto che il nuovo format avrebbe scongiurato i noti problemi sulla scaletta oraria. E invece abbiamo corso i 1500 alle 11 di sera. Insomma, poteva andare sicuramente meglio…”.
Ma perché le prove multiple hanno questo problema di riconoscibilità? “L’Italia è molto indietro rispetto al Nord Europa sulla cultura di questa disciplina. Proprio per questo, la federazione dovrebbe avere la voglia di provarci, di investire risorse e dare migliori possibilità a chi la pratica. Stiamo vivendo anche un periodo storico in cui due atleti come Dario Dester e Sveva Gerevini riescono a farsi luce in campo internazionale. E’ proprio questo il momento di far vedere più decathlon ed eptathlon e invece si assiste a un declassamento”.
La campionessa italiana Chiaratti: “Lasciati soli, avremmo bisogno di una mano”
Sulla questione abbiamo poi sentito la campionessa italiana Sara Chiaratti, confermatasi sul trono dell’eptathlon a Busto Arsizio con 5575 punti.
“La pecca principale è stata l’assenza dello streaming – l’analisi di Sara, portacolori dell’Atl. Libertas Unicusano Livorno – e avrei anche accettato la separazione dagli Assoluti di agosto se ci fosse stata l’organizzazione di un certo livello. Ma non è stato così, sembrava di essere a un campionato regionale”.

“Capisco quanto le prove multiple siano impegnative dal punto di vista organizzativo e dell’intrattenimento dello spettatore – ammette la multiplista genovese – ma evidentemente non rientriamo negli interessi personali di chi ai vertici prende le decisioni. Noi la passione per questa specialità ce l’abbiamo, ci facciamo il mazzo tutto l’anno e non meritiamo che i nostri sacrifici non vengano riconosciuti. Ci mettiamo il cuore, probabilmente dovremo fare di più in futuro per fare amare le prove multiple ma abbiamo bisogno di una mano da chi dovrebbe starci al fianco. Non è la prima volta che siamo stati lasciati soli”.
La Chiaratti ha poi rimarcato la mancanza di cura negli allestimenti del campo gara e l’approssimazione del catering, sottolineando però come l’organizzazione locale abbia fatto quel che poteva con impegno e che “per fortuna la nuova pista era in buone condizioni”.
“Dappertutto le prove multiple – chiude Sara – sono la base di crescita per avere una Nazionale forte. Purtroppo questo da noi non si è ancora capito”.
Giovannini: “Per noi multiplisti i Tricolori valgono di più”
Al grido di allarme si unisce anche Marta Giaele Giovannini, la terza classificata nell’eptathlon tricolore con 5299 punti. “Sabato e domenica scorsa ci hanno completamente oscurato – racconta – Il campionato italiano non è stato trasmesso in diretta streaming né promosso dalla federazione, non era presente nemmeno un fotografo ufficiale. Ci sembra ancora inspiegabile, oltre che ingiusto. Ci stiamo confrontando anche con il referente Nazionale Riccardo Calcini. Vogliamo che quest’esperienza non si ripeta nel futuro”.

La livornese classe 2001 spiega poi l’importanza di disputare un Campionato italiano per uno specialista delle prove multiple: “Noi abbiamo meno gare a disposizione degli altri. Siamo già fuori dalla Coppa Europa e dai Giochi del Mediterraneo. Abbiamo poche possibilità di indossare l’azzurro e vorremmo giocarci in condizioni dignitose le poche chance di centrare i minimi per europei e mondiali, considerato anche che in Italia non ci sono molti altri eventi. L’anno scorso ero a La Spezia: è stato sicuramente più stimolante e coinvolgente”.
Infine la riflessione sui più giovani: “Il titolo italiano di decathlon ed eptathlon dovrebbe sempre disputarsi insieme agli Assoluti. Una junior deve avere l’occasione di vedere da vicino i grandi atleti e sentirsi parte del movimento. E se non lo incorpori ai Campionati di società come accaduto in questo 2025, dai a tutti la possibilità di disputare almeno due decathlon o eptathlon di livello in una stagione”.
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