Alice Mangione garanzia azzurra: “In Cina secondo i piani, a Tokyo per grandi soddisfazioni”

Un nome, una garanzia. Alice Mangione non tradisce mai. Anche a Guangzhou, località che lo scorso fine settimana ha ospitato le World Relays, l’allieva di Marta Oliva ha saputo onorare la maglia azzurra trascinando due staffette alla conquista dell’ambìto e non scontato pass iridato per Tokyo.

Sabato, la siciliana di Niscemi, si è rivelata fondamentale nella quarta e ultima frazione della 4×400 femminile, finalizzando con il tempo di 51″17 gli sforzi di Ilaria Accame, Anna Polinari e Alessandra Bonora. Domenica la 28enne dell’Esercito è stata poi chiamata a dar manforte alla 4×400 mista che non era riuscita a strappare la qualificazione ai mondiali al primo colpo: crono personale in progressione di 50″63 e seconda esultanza del weekend orientale, stavolta con Edoardo Scotti, Virginia Troiani e Vladimir Aceti.

Dopo il personale nei 400 siglato lo scorso anno alle Olimpiadi e il primato italiano indoor strappato a Karlsruhe a Virna De Angeli (51″75) all’inizio di febbraio, Alice prosegue senza soste la sua crescita agonistica e ha già ripreso a lavorare alla Cecchignola (nel suo gruppo ci sono sempre Rebecca Borga, Angelica Ghergo oltre a un paio di giovani e Marco Ricci, arrivato da pochi mesi, ndr) per disputare una grande estate sul giro di pista.


Alice, innanzitutto come stai?
“Mi sto riprendendo da un viaggio lunghissimo e dal fuso. Ma ho ricominciato ad allenarmi da due giorni, anche se con tranquillità”.

A Guangzhou obiettivi centrati: hai contribuito al pass della 4×400 e poi a quello della 4×400 mista.
“Stavamo tutti bene alla vigilia, a tal punto che ero quasi sicura che ce l’avremmo fatta con entrambe le staffette sapendo di dare il massimo anche se a questo punto della stagione non puoi essere al top o finalizzare tutta la preparazione per i mondiali di staffetta. Mi è dispiaciuto molto per i ragazzi, ma bisogna dire che il compito era difficilissimo senza tre pedine del calibro di Sito, Re e Sibilio. Speriamo che riescano a ottenere la qualificazione più avanti”.

Subito la staffetta con le ragazze e in seconda battuta la mista: era questo il piano in Cina?
“Sì, sapevo che mi sarebbe toccato il doppio compito. Peraltro dal primo al secondo giorno sono cambiate tante cose. Inizialmente, Scotti e Aceti non avrebbero dovuto gareggiare nella mista, ma quando è stata resa nota la composizione della batteria della 4×400 maschile, il prof. Di Mulo ha ritenuto opportuno dirottare Vladimir ed Edoardo nella mista per agguantare almeno una delle due qualificazioni rimaste in bilico”.


In generale com’è stata la tua prima trasferta in Cina?
“Ero un po’ preoccupata, ma adesso posso dire di aver avuto una bellissima esperienza. Con mia sorpresa, abbiamo mangiato anche molto bene… Con l’avvicinarsi ai blocchi di partenza siamo entrati facilmente nel mood della gara. Eravamo molto carichi in squadra”.

Sei stata protagonista di una grandissima stagione indoor, con il primato italiano strappato alla De Angeli e il sesto posto agli europei di Apeldoorn. Rimpianti per quella finale?
“No, nessuno. Ho fatto tutto quello che potevo. Il livello in Europa nei 400 sta crescendo. Le atlete più forti stanno qui, adesso anche la Spagna sta tirando fuori giovani di grande prospettiva. La finale era il mio obiettivo e sono tornata dall’Olanda serena. La medaglia era onestamente un po’ distante, poi nelle indoor si sa che può succedere di tutto”.

Il programma ora cosa prevede?
“Settimana prossima i 400 a Zagabria (tappa Gold del Continental Tour, ndr), poi sarò a Rehlingen l’8 giugno, il 15 giugno ai Cds Assoluti, dove potrei correre i 200, e a fine mese agli Europei a squadre di Madrid. Con la mia allenatrice abbiamo deciso di caricare ancora un po’, il top dobbiamo comunque raggiungerlo a settembre. Le uscite di giugno le userò soprattutto come test per verificare la mia condizione”.

Che obiettivo ti sei data per i mondiali?
“A Tokyo mi piacerebbe correre una bella semifinale e finalmente scendere sotto i 51″ (PB di 51″07 ai Giochi di Parigi, ndr). E’ un tempo che sento di poter fare. Quest’anno ho iniziato la preparazione con una marcia in più. E poi ci sono le staffette: con la mista possiamo prenderci delle soddisfazioni, ma anche la 4×400 donne non è da meno”.

In inverno avete cambiato qualcosa con Marta?
“Abbiamo potenziato la velocità. Sono migliorata ulteriormente, è anche per questo che mi piacerebbe fare qualche 200 in più. L’anno scorso sono riuscita a fare solo una gara e ho siglato il mio personale (23″16 al Roma Sprint Festival, ndr)”.

Dopo i mondiali di Tokyo, ci sarà il tuo matrimonio con Marco.
“Ci sposiamo in Sicilia, il 4 ottobre. Cerimonia in chiesa a Niscemi, poi ci sposteremo a Caltanissetta per il banchetto. Abitando a Roma, sto organizzando tutto a distanza. Ma mia mamma e mia sorella mi stanno dando una grande mano. Sono a buon punto: ci sono l’abito e le fedi. Sto vivendo tutto senza stress. Il viaggio di nozze? Non l’abbiamo ancora prenotato. Ci piacerebbe andare in Thailandia”.


Riavvolgendo il nastro, che ricordo conservi di Parigi?
“La presenza del pubblico rispetto al vuoto di Tokyo. Non dimenticherò mai il giorno della staffetta mista. Abbiamo corso sotto il diluvio. E si sentiva letteralmente un boato di persone che tifavano, mi è venuto il mal di orecchie. Tutta quella gente mi ha fatto arrivare una scarica di adrenalina incredibile. Porterò per sempre nel cuore quegli istanti”.

A Guangzhou, nel gruppo azzurro, c’erano diversi giovani: parlando di 400, come hai visto Clarissa Vianelli?
“Una ragazza timida ma molto felice di stare con noi. Nonostante non abbia corso, non ci è rimasta male e ci ha caricate tanto. Per noi titolari, è importante ricevere la spinta anche da chi non scende in pista. Abbiamo bisogno anche di loro e in questo Clarissa è stata eccezionale. Senza nulla togliere alle sue qualità tecniche: è proprio una bella quattrocentista. La velocità al femminile è in grande fermento. Aspettiamo gli altri talenti, come Valensin e Castellani”.

foto Grana / Fidal

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