Eyof 2025, una generazione al potere: gli Under 18 azzurri sono davvero uno sballo

Quattordici medaglie, di cui otto ori, cinque argenti e un bronzo. Un dato che basta e avanza per gonfiare il petto e andare in giro orgogliosi di questa giovane Italia, protagonista assoluta con i suoi allievi all’Eyof 2025 conclusosi ieri a Skopje, la capitale della Macedonia del Nord.

Una rassegna fortemente contrassegnata dal colore azzurro, un po’ com’era successo un anno fa a Banska Bystrica, in Slovacchia, quando agli europei di categoria le medaglie furono quindici, ma con un oro in meno.

A livello di Eyof è poi il bilancio più sostanzioso di sempre in diciotto edizioni disputate. Tre anni fa i trionfi erano stati “solo” quattro e i podi totali undici.


Non ci stancheremo mai di dirlo: applausi a questo movimento che negli ultimi anni tende all’eccellenza a tutti i livelli. Applausi a questi ragazzi, trascinati da spirito di emulazione reciproca e da una nuova cultura del lavoro. Applausi ai tecnici, che in ogni angolo della Penisola hanno saputo rimboccarsi le maniche, aggiornarsi, dialogare con la federazione, studiare gli avversari.

Doualla in copertina ma c’è molto di più

Quando una ragazza di 15 anni corre i 100 metri in 11″21, il terzo tempo di sempre in Italia, è normale che tutti i fari vengano puntati su di lei: Kelly Doualla è sulla bocca di tutti e dopo l’ennesimo sprint da record di lunedì scorso salgono le quotazioni per vederla prestissimo con la Nazionale assoluta, già a partire dai mondiali di Tokyo per la staffetta.


Ma oltre a Doualla c’è tanto di più. Prendete gli ori di Alessia Succo e Margherita Castellani, che con la lodigiana hanno condiviso il trionfo nella staffetta svedese capace di far segnare anche il primato europeo under 18 con 2’04″57. La prima, da Torino, ha corso in 13″04 i 100hs, il nono tempo al mondo per la categoria. La seconda, da Perugia, ha coperto i 200 metri in 23″23, avvicinandosi a quello che un anno fa aveva saputo fare sulla distanza Elisa Valensin.

Alessia Succo all'Eyof 2025.


I margini di miglioramento per queste giovanissime ragazze che hanno dimostrato qualità umane fuori dall’ordinario oltre che splendide qualità atletiche, sono enormi. Il discorso vale anche per la sarda Laura Frattaroli, che in questo Eyof di medaglie ne ha portate a casa tre. Quella individuale nei 400 metri, dov’è stata d’argento in 53″71, prima volta sotto i 54″ e seconda allieva di sempre in Italia, e le due d’oro con le staffette (4×400 mista da primato italiano under 20 con Caggia, Caligiana e Mancini e quella femminile a distanze crescenti), di cui è stata un perno imprescindibile.

Senza dimenticarsi di Valentina Adamo, argento nella marcia con 23’22″76, e la stessa Caligiana, che dopo i fasti della staffetta ha saputo acciuffare il bronzo negli 800 metri con il personale di 2’05″07.

Da Mancini a Sorci e Vidal: anche i ragazzi non scherzano…

E i maschietti? Beh, all’altezza della situazione. Diego Mancini, nei 400hs, ha confermato il suo stato di grazia, cogliendo l’oro che ci aveva “promesso” in 50″01, migliorando di 48 centesimi il record italiano stabilito a fine giugno a Rieti. Non è stato da meno Niccolò Vidal, oro nella marcia in 20’22″43, mentre Matteo Sorci ha lanciato un grande segnale al cosmo delle prove multiple con il prepotente primo oro nel decathlon (7605 punti) a livello giovanile.


A rimpinguare l’argenteria di casa agli Eyof ci hanno poi pensato altri tre azzurrini: Edwin Fermin Galvan (100 piani in 10″54), Umed Caraccio (800, 1’49″59) e Mattia Bartolini (disco, 61,86 PB), senza parlare di chi il podio l’ha solo sfiorato ma ha comunque registrato notevoli progressi.

Alcuni degli eroi di Skopje, i classe 2009, saranno ancora “azzurrabili” per gli europei della prossima estate in programma a Rieti. Per adesso spazio alle meritate vacanze, a meno che a qualcuno di loro squilli il telefono con una proposta di viaggio per Tampere, sede degli europei under 20 dal 6 al 9 agosto.

foto in copertina di Fama / Fidal

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