Il percorso di Sara Bottarelli verso il titolo italiano della mezza maratona

Due domeniche fa, a Cremona, si è laureata per la prima volta campionessa italiana di mezza maratona, lei che di tricolore si era già vestita nella corsa in montagna, di cui è specialista dagli albori. Ma la strada è la superficie che le ha donato una seconda giovinezza e le sta regalando una soddisfazione dietro l’altra.
Fantastico il 2025 di Sara Bottarelli, bresciana della Val di Trompia capace in questo finale di stagione di firmare i personali non solo sulla 21K (proprio a Cremona, con il tempo di 1h11’46”) ma anche sui 10 km, coperti a fine settembre in 33’24” in quel di Pisogne.

“Il titolo italiano della mezza maratona è stato davvero emozionante e soddisfacente – spiega al telefono Sara Bottarelli, 35enne portacolori della Freezone – anche perché ho abbinato la vittoria al personale sulla distanza. Le corse su strada al momento sono la priorità e sto ottenendo grandi risultati, ho dovuto accantonare la montagna per una serie di problemi fisici”.


Per Sara, laureata in Scienze Motorie, non è facile portare avanti l’attività agonistica, perché oltre al running ci sono il lavoro e la famiglia. “Sono una via di mezzo tra un pro’ e un amatore. Sto raggiungendo certi risultati nel pieno della maturità soprattutto per passione. Non è semplice coniugare tutto, perché ho due bambine, una di cinque e l’altra di sette anni, e al mattino lavoro a scuola media come insegnante. Per chi non fa parte di un Gruppo militare, il lavoro è fondamentale. Se nel running vai forte, arrotondi senza problemi. Ma ci sono anche gli infortuni. E se ne arriva uno lungo, puoi anche star ferma un anno. Sono contenta di avere una vita ricca di ambiti, cerco di portarli avanti insieme nel miglior modo possibile anche se i tempi sono sempre tirati e si fanno i salti mortali. Ecco perché quando arriva un titolo italiano come quello di Cremona, ti senti gratificata”.

Ma sentivi nell’aria la possibilità di vincere il campionato italiano?
“Stavo molto bene e sono arrivata alla gara senza acciacchi. Non sono una che si sbilancia prima e finché non ho tagliato il traguardo non ci credevo. Al quindicesimo chilometro ho avuto un dolore al fegato e ho sperato, come poi è successo, che potesse passarmi”.

Sei stata protagonista di un autunno molto intenso. Due settimane prima di Cremona, eri arrivata seconda alla Trento Half Marathon. Come imposti la preparazione della mezza maratona?
“Cominciamo col dire che sono un’atleta dal chilometraggio ridotto. Dovrei allenarmi sei giorni su sette a settimana, spesso per i vari impegni diventano cinque ma bisogna considerare anche il giorno dedicato ai lavori di core stability. Quest’anno ho scelto di correre tante mezze (anche Maranello, Bibione, Lago d’Iseo, Darfo, Sarnico Lovere, ndr), mi hanno aiutato tantissimo per trovare la condizione. In pratica hanno rimpiazzato i lunghi e il mio allenatore (Gianni Fransci, ndr) fa fatica a programmarli al pari di altri lavori specifici dal giovedì in poi”.

Scendiamo nello specifico delle tue sessioni di allenamento funzionali alla mezza maratona.
“I miei lenti sono di 12-14 km circa e li corro a un ritmo compreso tra i 4′ e 4’30” al km. A metà settimana ci sono le ripetute lunghe e quelle brevi. Per le prime ho fatto 2×1500 e 3×1000 corsi a ritmo della mezza, sui 3’30” anche se da tabella avrei dovuto correrli a 3’15”. Un esempio di ripetute brevi? Tre serie da 7×300 metri con recupero 1′”.


Ma alla maratona ci pensi?
“E’ un progetto che per il momento è messo da parte e non può prendere forma per il poco tempo che ho a disposizione. Preparare una maratona significa fare le cose per bene soprattutto per scongiurare gli infortuni. Sono un’atleta abbastanza fragile dal punto di vista articolare. Per non farsi male bisogna avere una muscolatura che ti sorregge e curare più dettagli come ad esempio la tecnica di corsa. Servono tempo e una persona che ti guarda. Senza sottovalutare la serenità mentale e la concentrazione. Potrei prenderla in considerazione magari tra qualche anno, quando le mie figlie saranno più grandi.

Ti piacerebbe correrne una in particolare?
“Non ho la maratona dei sogni, come per molti può essere quella di New York. Anzi, penso che comincerei da una gara italiana”.

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