La prima mezza di Federica Del Buono: esperimento riuscito guardando al futuro

Non si può dire che l’inverno appena trascorso abbia sorriso a Federica Del Buono. Dopo il rientro dal Sudafrica, la vicentina è incappata in una insidiosa influenza che ha condizionato i principali impegni indoor, a cominciare dagli europei di Apeldoorn, per poi costringerla a rincorrere la condizione ottimale in vista degli europei di corsa su strada di Bruxelles-Lovanio, dove l’allieva di Massimo Magnani – da un anno a questa parte autrice di un’autentica rinascita – è arrivata al traguardo della 10 km in 28esima posizione a più di un minuto e mezzo da Nadia Battocletti.

Abbattersi non è però nelle corde di Federica Del Buono, che ha subito rilanciato con una grande novità: il debutto in mezza maratona, avvenuto lo scorso 27 aprile a Padova. Una prima volta vincente, condita da un ottimo tempo: 1h11’26”. Un altro step del progetto che vedrà la 30enne dei Carabinieri in futuro sempre più protagonista sulle lunghe distanze. Un altro mattoncino verso la polivalenza.

Federica, con quali aspettative ti sei avvicinata alla mezza maratona di Padova?
“Non avevo fatto una preparazione specifica per la mezza, ma sapevo di avere una buona base per tenere tanti chilometri. Era importante per vedere la mia risposta in chiave futura, dal momento che c’è la volontà di puntare tanto sulla strada e di allungare le distanze soprattutto a partire dal prossimo anno. Il buon crono finale mi ha sicuramente tranquillizzata. Ora so che posso sostenere questa gara anche mentalmente. Sono andata oltre le aspettative, anche perché sia le ultime gare che alcuni allenamenti di avvicinamento non erano andati bene. Fino all’ultimo avevo il dubbio se scegliere di correre la mezza o la 5 km di Oderzo però Padova ormai ce l’avevo in testa e alla fine ho corso anche la Corsa Internazionale del 1° maggio. E’ come se avessi fatto un lungo e poi uno sprint quattro giorni dopo”.


Per essere la prima volta, il crono finale è assolutamente convincente.
“Sono molto soddisfatta e ho preso tanta fiducia anche per le condizioni non ottimali in cui ho disputato la gara. Nonostante facesse molto caldo (temperatura di 28°C) e ci fosse parecchio vento, sono riuscita a essere precisa nel ritmo prestabilito. L’idea iniziale era quella di partire a 3’30” ma giustamente Massimo (Magnani, il suo allenatore) mi ha detto che sarebbe stato un ritmo troppo lento e che presto mi sarei imballata. Ho corso costantemente con un passo di 3’22″/km, che probabilmente non avrei potuto mantenere senza il grande lavoro fatto dalle due lepri, Pietro Sartore e Tommaso Forner”.

Non l’hai preparata in modo specifico anche perché fino a due settimane prima il focus era sugli europei di corsa su strada…
“Prima di Bruxelles non avevo mai fatto un lungo superiore ai 10 km. Siamo andati a Padova con soli due lavori un po’ più specifici per la mezza”.


Quali?
“Il primo è stato un medio variato di 14 km a 3’29” e il secondo un progressivo di 20 km che non sono riuscita per la verità a sostenere completamente. L’idea era quella di partire a 3’30” e di finire a 3’15” nell’ultimo chilometro, con in mezzo una pausa di 1 km a 4′ per tirare il fiato”.

Come hai gestito la gara dal punto di vista di alimentazione e idratazione?
“Non ho cambiato le abitudini. Ho preso un gel prima di partire e poi mi sono imposta di bere ogni 5 km per via del gran caldo. So che molti specialisti della 21K non bevono mai ma ho preferito idratarmi per le condizioni meteo del tutto particolari”.

Ti rivedremo ancora in mezza maratona in questo 2025?
“Al massimo a fine stagione, a ottobre inoltrato. Ma prima vediamo di fare bene ai mondiali, che restano l’obiettivo principale da raggiungere”.


Dopo il debutto di Padova, ti senti ora più completa?
“L’influenza stagionale mi ha creato problemi per un mese e mi ha fatto perdere allenamenti importanti. Credo di stare attraversando un periodo di passaggio, dove forse sto facendo fatica ad adattarmi ai nuovi allenamenti. Sono cambiati i riferimenti e paradossalmente ho avuto qualche difficoltà sui 10.000. Stiamo cercando di aggiustare piccole cose un po’ alla volta per trovare al più presto la quadra. L’obiettivo per questa stagione resta quello di andar forte su 5000 e 10.000 (al momento è, rispettivamente, 43esima e 36esima nel ranking mondiale). Qualche 1500 tornerà invece utile per velocizzare i 5000”.

Dove ti vedremo all’opera?
“Farò i 1500 ai Cds regionali ma sarà solo un allenamento che affronterò senza scaricare. Il 24 maggio c’è la Coppa Europa dei 10.000 metri a Pacé, poi nel mio calendario ci sono i 5000 al meeting Fast5000 a (a Maison Laffitte il 7 giugno, Francia) e un 10.000 al Gouden Spike di Leiden, in Olanda, il 14”.


Perché i 5000 in Francia e non al Golden Gala?
“La gara di Roma, con Battocletti e Chebet, rischia di avere ritmi ad oggi proibitivi per me. In Francia si correrà su più serie e potrò sicuramente stare serena e correre meno rischi di ritrovarmi da sola. Uno dei grandi obiettivi è quello di fare il minimo per i mondiali fissato a 14’50”. Ho 15’00″05 di personale e scendere di un paio di secondi sarebbe già un mega traguardo”.

Il programma è comunque ricco e vario, come da costume di tutte le mezzofondiste di quest’epoca.
“Variare le distanze in gara è stimolante dal punto di vista mentale, poi tecnicamente tutto ha un senso ed è funzionale. Ad esempio, i 1500 finalizzano il lato veloce dei 5000 e i 5000 sono di sostegno sia ai 1500 che ai 10.000”.

Da qualche mese fai coppia con Elisa Palmero, arrivata nella scuderia di Magnani.
“Elisa è un’altra grande atleta che ha avuto parecchi problemi quest’inverno e nonostante questo ha ottenuto ottimi risultati. E’ soprattutto una brava ragazza e mi trovo bene con lei dal punto di vista umano. Poi c’è il livello tecnico e credo che proprio per le diverse caratteristiche, lei meglio sul lungo e io sul veloce, ci incastriamo alla perfezione e ci stimoliamo a vicenda”.

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