Dopo l’estasi di Podebrady il punto con Riccardo Pisani

Dodici medaglie, due successi individuali, tre a squadre, più un record del mondo e una sfilza di primati nazionali e personali. L’Italia della marcia è stata assoluta protagonista agli ultimi europei a squadre di Podebrady ed è tempo di tracciare un bilancio sulla disciplina con il responsabile di settore Riccardo Pisani, alla prima uscita internazionale ufficiale dopo l’incarico ricevuto in Consiglio federale alla fine del 2024.

Riccardo, l’Italia a Podebrady è tornata a fare la voce grossa sia con i piazzamenti ma anche da un punto di vista delle prestazioni cronometriche.
“E’ stato l’epilogo migliore di una prima parte di stagione di per sé già molto significativa. Siamo tra le migliori Nazioni in circolazione e con i 12 podi abbiamo centrato il risultato migliore nella storia di questa manifestazione”.

Cominciamo dal record del mondo nella 35 km di Massimo Stano.
“Le 2h20’43” sono un crono esagerato, considerando che ha abbassato di quasi un minuto il primato che Dunfee aveva fatto segnare solo qualche settimana fa. Ma in quella gara sono andati bene anche gli altri azzurri, a cominciare da Orsoni. Di questa trasferta va ricordato come la maggior parte dei ragazzi abbia fatto il personale”.


Nella 35 km femminile è arrivato il primato italiano di Antonella Palmisano, alla prima esperienza sulla distanza.
“E’ stata la più grande sorpresa di Podebrady. I punti interrogativi erano tanti per essere una prima volta, ma li ha spazzati tutti in un colpo solo addirittura scendendo sotto le 2h40′ e azzeccando pienamente la gestione della gara. Ora bisognerà valutare il suo impiego ai mondiali di Tokyo. A mio avviso, è in grado di prendere parte a entrambe le distanze con successo”.

E poi c’è Francesco Fortunato, tuo allievo, balzato al secondo posto delle prestazioni italiane all-time della 20 km.
“Francesco è in grande crescita, tanto è vero che si è migliorato a ogni manifestazione a cui ha partecipato in questo 2025, dal record del mondo nei 5000 indoor al crono di Podebrady, in cui ha abbassato di oltre trenta secondi il limite che aveva stabilito a Taicang a fine marzo”.

Senza dimenticare gli altri azzurri a podio o poco distanti.
“Penso a Nicole Colombi, già in possesso dello standard iridato, che si è migliorata di quasi sei minuti finendo al terzo posto. Ma anche ad Andrea Cosi, al giovane Lomuscio, a Giulia Gabriele e Alexandrina Mihai, che senza lo stop dei giudici avrebbe raccolto un altro grande risultato. Restando sui giovani, non possiamo dimenticare l’ennesimo record italiano di Di Fabio e Disabato, quest’ultimo secondo al mondo nella sua categoria. E alle sue spalle, scalpitano Coppola e Vidal, che è ancora un allievo”.


Tornando ai senior, per i mondiali di Tokyo c’è comunque l’imbarazzo della scelta…
“Non sarà facile fare le convocazioni (tre slot per ciascuna delle due distanze, ndr). Le aspettative sono ottime e dopo la 20 km di La Coruna di inizio giugno avremo il quadro definitivo per abbozzare le scelte. Stano e Palmisano? Ci prendiamo un’altra settimana per valutare, l’ipotesi che doppino è chiaramente possibile”.

Pochi giorni prima della partenza a Podebrady, gli azzurri si sono ritrovati al raduno di Ostia e in quell’occasione si sono allenati con tanti campioni stranieri. Uno stimolo in più?
“Alla pineta di Castel Fusano c’erano le nazionali tedesche e slovacche più il giapponese Yamanishi e i più forti cinesi. A momenti, sembrava di stare in una gara internazionale. C’è stata una bella atmosfera e i nostri ragazzi hanno fatto gruppo, dando anche ottime risposte nei test effettuati”.

In Cechia, per Riccardo Pisani si trattava della prima uscita in qualità di capo settore federale.
“Non potevo immaginare miglior esordio. Siamo andati oltre le aspettative e sono felice. E’ una nuova esperienza dopo quella avuta con le staffette del miglio ma la marcia è comunque il mio mondo e negli ultimi anni l’ho vissuto dall’interno affiancando Fortunato”.

Serena Di Fabio in azione.


L’Italia continua a essere un riferimento assoluto per questa specialità.
“Credo che le nostre metodologie di allenamento siano all’avanguardia. Continuiamo a tenere fede alla tradizione e a fare in modo che siano gli altri a guardare noi come modello. Il trend degli ultimi anni è comunque quello che sta vivendo tutta l’atletica italiana. Ed è bello sapere che dietro Stano, Palmisano e Fortunato ci siano atleti under 20 già tra i migliori al mondo. Il futuro è in buone mani”.

Credi che Tokyo 2025 possa invece rappresentare per i big azzurri l’occasione del riscatto dopo un’Olimpiade che non è andata per il verso giusto?
“Penso di sì. A Parigi sappiamo tutti quello che è successo e l’aver mancato il podio è stato unicamente frutto della sfortuna. I Giochi dello scorso anno non hanno premiato l’impegno di questi ragazzi. Quest’anno hanno ripreso con grande voglia di dimostrare il loro valore e sono sicuro che in Giappone sapranno farsi valere a livelli altissimi”.

foto Sportmedia / Fidal

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