Crederci sempre: Virginia Troiani e il super crono della maturità

Non è mai troppo tardi. La vita sportiva dà a tutti la possibilità di ottenere grandi soddisfazioni anche dopo anni di gavetta e periodi tutt’altro che facili. Il tempone può arrivare con la maturità. Proprio quando hai deciso di azzerare tutto e ripartire daccapo. Lo sa bene Virginia Troiani, quattrocentista del Cus Pro Patria Milano che sabato scorso ha lasciato di stucco l’ambiente con un roboante 51″33 nei 400 metri dei regionali di Busto Arsizio.

La pista di una vita (anche se da quasi tre anni si allena a Legnano) ha sparato in orbita un’atleta che non è mai appartenuta a un gruppo militare ma che non ha mollato la presa nemmeno dopo la delusione dello scorso anno, quando la federazione le impose uno stop alle gare dopo gli Assoluti di La Spezia nell’attesa di una chiamata per Parigi che non è poi arrivata.

“Il mio vecchio personale, 52″10 al Challenge, risaliva al 2022. Il 2023 è stato condizionato dagli infortuni, nell’ultima stagione mi è mancato qualcosa per riversare in pista quello che avevo nelle gambe” racconta Virginia Troiani, allieva di Vittorio Ramaglia.

Che qualcosa fosse cambiata, Virginia lo aveva fatto intendere fin dalle prime uscite di questo 2025, in particolare con l’1’09″36 nei 500 metri di Brescia il 13 aprile. Il ritorno in Nazionale ai mondiali di staffetta è stata la conseguenza naturale di un nuovo corso. In Cina la 29enne bustocca ha dimostrato di meritare l’azzurro, trascinando la 4×400 mista al pass iridato per Tokyo. Quindi l’exploit di tre giorni fa con cui è diventata la quinta italiana di sempre sul giro di pista.


Virginia, da dove nasce il 51″33 di Busto?
“Quest’inverno abbiamo deciso di modificare la preparazione, puntando più sulla resistenza e sulle capacità aerobiche. Ho fatto più lavori da ottocentista, anche perché non sono più giovanissima e registrare progressi sulla velocità pura diventa difficile. E poi ho ritrovato la serenità mentale”.

I lavori aerobici ti consentono di essere più brillante nel finale?
“Non solo. In queste prime gare, ho sentito meno fatica durante tutto il giro di pista, pur forzando i passaggi”.

Già dalle prime uscite su distanze spurie avevi capito che potesse arrivare il momento giusto per il nuovo personale?
“Sì, le due gare nei 300 e nei 500 a inizio aprile, in piena fase di carico e senza aver tirato troppo in allenamento a causa del freddo, mi avevano dato l’idea dell’ottimo stato di forma, poi confermato sia al raduno prima dei mondiali di staffetta sia nelle due frazioni corse a Guangzhou. Mi aspettavo di scendere sotto i 52″, certo non con queste proporzioni…”.

Cosa ti hanno detto le tue sorelle gemelle, Serena e Alexandra?
“Sono felicissime, mi hanno detto che ho meritato questo risultato”.

Non è che ora scatta una rivalità interna?
“Ormai abbiamo preso strade diverse. Serena si è specializzata negli 800. Alexandra lavora e continua ad allenarsi più per piacere che per le gare”.


Cosa ti aspetti a questo punto per il prosieguo di stagione?
“Di mantenere questo trend positivo. Di correre con sicurezza e leggerezza, riuscendo anche a periodizzare al meglio la condizione per arrivare al top ai Campionati italiani e poi a Tokyo. Vorrei anche fare più meeting di alto livello, per migliorare il ranking. Fino a pochi mesi fa sembrava un’idea utopistica, ma il 51″33 apre sicuramente tante porte”.

Il calendario ora cosa prevede?
“Il 2 giugno non so ancora se correrò a Rovereto (aspetta una risposta dal Palio della Quercia, ndr) o a San Vito al Tagliamento. Poi l’8 giugno c’è Lucca, il 14 e 15 un appuntamento clou come la finale Oro dei Cds con il mio club. Il 21 sarò al meeting di Ginevra”.

Dopo la mancata convocazione per le Olimpiadi, pubblicasti un post sui social molto forte contro la federazione.
“A La Spezia stavo attraversando un ottimo momento di forma, dopodiché la federazione ha imposto ad alcuni atleti in ballo per Parigi di non gareggiare. Non l’ho trovato corretto. Innanzitutto perché non si può fermare un’atleta per quaranta giorni senza la sicurezza della chiamata. In un periodo così lungo può accadere di tutto e si può passare dal correre da una velocità all’altra con grandi differenze. E poi perché non tutti sono stati trattati allo stesso modo”.

Quell’amarezza ti ha dato ancora più forza di ricominciare?
“Quest’anno sono anche uscita dall’AEC (l’Athletic Elite Club, il programma della Fidal che sostiene gli atleti top, ndr) ed è come stato dare un taglio netto. Mi sono convinta a fare il meglio solo per me e che se avessi fatto i risultati, allora avrei avuto le chance per essere presa in considerazione”.


Qualcosa in questo senso è cambiato nelle ultime settimane.
“Rispetto agli ultimi tempi non sono state annunciate sfide dirette in stile Trials tra atleti che non hanno la convocazione certa. E con l’arrivo di Marta Oliva come collaboratrice del settore velocità vedo maggior dialogo. Ad esempio ci è stata data più libertà nella scelta delle gare da disputare”.

Chi è Virginia Troiani a 29 anni?
“Sto cercando di capire in che direzione andare, anche perché non sono mai stata professionista. Sono in attesa di svolgere l’Esame di Stato per abilitarmi ed esercitare la professione di biologa nutrizionista dopo aver completato la laurea specialistica. Al momento mi sto occupando di un progetto di educazione nelle scuole grazie a una borsa di studio dell’università. Mi piacerebbe continuare in questo ambito senza precludere il lavoro di nutrizionista nell’area sportiva, dove potrei mettere a disposizione la mia esperienza di atleta”.

Un’ultima curiosità: da dove nasce il nick del tuo profilo Instagram “Doc principessa delle fiamme”?
“E’ un personaggio della serie animata Adventure Time, per la quale sono andata in fissa quando ero alle superiori. Prima ero Princess Flame, poi quando sono finita in Nazionale, hanno cominciato a chiamarmi principessa delle fiamme e dopo la laurea, una volta che sono diventata dottoressa, si è aggiunto anche il prefisso doc…”.

foto di Virginia Troiani ai mondiali di staffetta di Grana / Fidal

foto in maglia Cus Pro Patria di Maraviglia / Fidal Lombardia

Potrebbe interessarti anche...

Gli articoli di questo autore

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *