Aurora Vicini è già nell’élite del salto in alto: “Ma non mi aspettavo di salire fino a 1,92”

Aveva ragione quell’insegnante di educazione fisica, che le consigliava di iscriversi quanto prima al corso di atletica in città. Aurora Vicini era già la più alta della classe (oggi è 1,85) ed era a suo agio con i salti.

Oggi, quando sono trascorsi appena cinque anni dai primi tentativi, è nell’elite del salto in alto azzurro. Dopo una sfilza di titoli giovanili (e ne vincerà ancora, l’ultimo il 3 febbraio nella rassegna juniores), la ragazza del Cus Parma ci è entrata definitivamente domenica mattina, quando agli Assoluti indoor è salita alla straordinaria misura di 1,92 con cui ha stabilito il nuovo primato nazionale under 20 strappandolo ad Alessia Trost dopo 12 anni.

“Non so ancora descrivere la giornata di domenica – racconta Aurora – Sono tornata ad Ancona pensando solo a saltare le mie misure e, approfittando dell’assenza di Trost e Vallortigara, sapendo di poter lottare per il titolo italiano insieme a Idea Pieroni e Asia Tavernini, che avevano il personal best simile al mio”.


Aurora Vicini era reduce dall’1,85 dell’Udin Jump, mentre ai tricolori di categoria non era andata oltre l’1,83. Il suo personale era di 1,88, saltato un anno fa. Le qualità e la crescita dell’atleta segnalavano una certa prossimità alla quota di 1,90. Forse non così presto per la 18enne allenata da Renato Conte, che dal mese di dicembre, dopo anni di corse in autobus per andare agli allenamenti, riesce finalmente a spostarsi dalla sua Noceto a Parma in modo indipendente da neopatentata.

“Man mano che la gara è entrata nel vivo, ho capito che sarebbe stata una giornata positiva – fa notare Aurora Vicini, studentessa di quinto anno del Liceo Linguistico Marconi di Parma, sezione Esabac che le permette di conseguire anche il diploma francese – La pedana era buona e ho trovato grandi stimoli, oltre alla tranquillità dettata dal fatto di non aver niente da perdere. La carica mentale era quella giusta. Avevo voglia di far venire fuori tutto il lavoro fatto in inverno. A quel punto ero convinta di eguagliare il mio primato, ma non l’1,92. Avevo visto i miei ultimi video e sapevo di aver margine. Ma spesso succede che quando sto per migliorarmi, poi cambio qualcosa nel salto e devo ricominciare da capo”.

Aurora Vicini con Renato Conte.

Aurora, adesso come cambia la tua stagione?
“Dovrò subito resettare tutto e concentrarmi sulla preparazione per l’outdoor, cercando di essere pronta per le prime gare di fine aprile. Il grande obiettivo resta quello di fare bene ai mondiali Under 20 di Lima”.

E se si aprisse uno spiraglio per gli Europei di Roma?
“Ho scoperto dal sito Fidal di aver centrato con 1,92 il minimo per gli europei, sinceramente non ci avevo pensato. Adesso ne parlerò con il mio allenatore ma ci sono tante variabili in gioco. Innanzitutto, gli esami di maturità, che potrebbero intrecciarsi proprio con le date dei Campionati. Poi bisogna capire se arriva la convocazione e se è il caso di partecipare, perché potrebbe esserci il rischio di compromettere l’avvicinamento ai mondiali”.


A che punto è la tecnica?
“Sono alle prese con i soliti problemi legati al ritmo finale. Ogni tanto viene fuori un piccolo balzello che mi toglie velocità allo stacco e come conseguenza mi spara dritto sull’asticella. Ci stiamo lavorando”.

Ma allora è stato il tuo prof a indirizzarti sul salto in alto?
“Sì, mi ripeteva ogni giorno di provare, poi ho iniziato solo in terza media per una questione logistica, non abitando a Parma e dovendo raggiungere il campo con i mezzi pubblici. In realtà, volevo fare atletica da sempre. Mia mamma ha praticato il salto in alto fino alla categoria Cadetti, dovendosi poi fermare a causa di un incidente. Papà è stato anche un pallavolista, ma a me interessava più uno sport individuale”.

Ieri, al rientro da Ancona, non ti sei concessa nemmeno un giorno di vacanza.
“Però sono entrata alla seconda ora, giusto per dormire un po’ di più. I miei compagni mi hanno riservato un fragoroso applauso mentre le prof mi hanno regalato della buona pasta”.

Foto Francesca Grana / Fidal

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