Tre per tre uguale nove. Il bottino di medaglie conquistato dall’Italia agli Europei under 23 di Bergen è un’equazione perfetta. Vale il sesto posto nel medagliere e mette in risalto almeno due settori, la marcia e i salti in elevazione.
Marciatori infallibili
Stano e Palmisano ci regaleranno ancora emozioni e successi. Ma nell’attesa di vedere sbocciare i baby fenomeni Disabato e Di Fabio, anche la terra di mezzo del tacco e punta, come del resto si era già visto a Podebrady, è piena di classe e gente pronta per i palcoscenici internazionali.
Alexandrina Mihai in Norvegia ha ripreso il discorso iniziato nel 2023 proprio nell’edizione precedente della rassegna disputata a Espoo. Tra quell’argento e quest’oro che sa di definitiva consacrazione, c’era stato un 2024 tormentato da un problema di salute. Ma per fortuna è tutto passato e il primo trionfo azzurro in ordine cronologico è strameritato.

Sul podio femminile di questi europei under 23 ci è salita anche la romana Giulia Gabriele, primo anno nella categoria, che sta crescendo in modo esponenziale alla corte di Lorenzo Dessi, quello che allena la Palmisano. E quarta è finita la livornese Sofia Fiorini, altro talento in ascesa, mentre i maschi non sono stati mica a guardare, con l’argento di Emiliano Brigante, allievo a Ostia di Patrick Parcesepe (il coach di Stano e delle cinesi olimpioniche) e il quarto posto con personale di Nicola Lomuscio, tanto per ricordarci che la scuola pugliese continuerà a sfornare i campioni del domani.
Voli nel futuro
Gli altri due ori li hanno portati a casa Simone Bertelli e Matteo Sioli. Entrambi erano tra i favoriti e non hanno tradito le attese, salendo oltre i propri limiti. Il torinese, dopo il titolo tra gli under 20, si è riconfermato grazie a sette centimetri di miglioramento rispetto alla scorsa stagione. L’altista ha chiuso un anno solare straordinario (argento iridato under 20 e bronzo europeo assoluto indoor) atterrando nel mondo dei 2 metri e 30 a soli 19 anni. Come dire, il dopo Tamberi è già realtà.

L’argento degli outsider e gli altri bronzi
Nel bilancio azzurro meritano una menzione speciale gli argenti dei romani Damiano Dentato e Benedetta Benedetti.
Damiano era solo un outsider dei 200 metri, disciplina che ha approfondito nell’ultima stagione sotto la guida di Daniele Focaccetti dopo gli anni da ostacolista. Benedetta due anni fa mandava in pezzi il ginocchio sinistro ma a Bergen ha messo il timbro sul completo recupero e il trend di questo 2025 che l’ha portata a un altro mezzo metro di progresso nel disco.

Applausi a scena aperta anche per Federico Bruno, abile a rinverdire i fasti italiani del salto triplo (a proposito, quarto Alex Fabbri), e per Giovanni Lazzaro, sul podio con un finale di rabbia (e classe) negli 800 che hanno regalato all’olandese Laros l’inedita doppietta con i 5000.
Le note liete e quelle stonate degli europei under 23
Proprio dal doppio giro di pista, probabilmente è arrivata la più grande delusione azzurra delle finali, perché Francesco Pernici è finito di un soffio giù dal podio ma aveva dimostrato con il record dei campionati in batteria che l’oro poteva essere un suo affare.
Un pizzico di rammarico lo riportiamo a casa anche per le condizioni ancora approssimative (dopo l’intervento all’inguine) di Luca Sito, incapace di tenere testa ai più forti nei suoi 400 metri.

Le note liete sono arrivate da Gloria Kabangu, che ha migliorato il personale di oltre un secondo negli 800 scendendo a 2’01″12 e finendo sesta in una finale di altissimo livello vinta in 1’58” dalla Werro. Da Vittorio Ghedina, capace di 49″61 al primo anno di pratica dei 400 ostacoli, e da Gaya Bertello, sprinter da 11″44 con quasi due metri di vento contro che si è poi persa in finale ma che può rappresentare già il presente della staffetta assoluta.
Da qui a Tokyo mancano poco meno di due mesi. Ma l’estate azzurra, proprio a Bergen, è entrata nel vivo. Ora Eyof, Universiadi ed Europei Under 20 tutti d’un fiato. Siamo solo all’inizio.
L’Italia ha piazzato 27 atleti tra i primi 8: quarto posto nella classifica a punti (da fidal.it)
Oro (3): Matteo Sioli (alto); Simone Bertelli (asta); Alexandrina Mihai (marcia 10.000)
Argento (3): Damiano Dentato (200); Emiliano Brigante (marcia 10.000); Benedetta Benedetti (disco)
Bronzo (3): Giovanni Lazzaro (800); Federico Bruno (triplo); Giulia Gabriele (marcia 10.000)
Quarto posto (4): Francesco Pernici (800); Alex Fabbri (triplo); Nicola Lomuscio (marcia 10.000); Sofia Fiorini (marcia 10.000)
Quinto posto (2): Junior Tardioli (100); Rachele Mori (martello)
Sesto posto (6): Andrea Bernardi (100); Filippo Cappelletti (200); Federico Celebrin (alto); Damiano Dentato, Tommaso Boninti, Federico Falsetti, Luca Sito (4×400 metri, in batteria anche Dario Bressanello); Gloria Kabangu (800); Greta Settino (10.000)
Settimo posto (3): Simone Valduga (1500); Vittorio Ghedina (400 ostacoli); Francesco Inzoli (lungo)
Ottavo posto (3): Gaya Bertello (100); Greta Brugnolo (triplo); Clarissa Vianelli, Zoe Tessarolo, Camilla Rossi, Alessia Seramondi (4×400 metri)
foto Grana / Fidal