Endometriosi: la storia di Brittany Brown e il parere dell’esperta

Venerdì sera, a sfrecciare sulle corsie dello Stadio Olimpico per il Golden Gala Pietro Mennea ci sarà anche Brittany Brown, medaglia di bronzo dei 200 metri femminili alle Olimpiadi di Parigi 2024.

La velocista statunitense ha una storia molto particolare, dal momento che da anni è costretta a fare i conti con l’endometriosi. Il percorso per arrivare in cima alla specialità non è stato affatto facile. La Brown avvertiva da una decina d’anni fortissimi crampi nella zona pelvica ma nessuno è stato in grado di darle una diagnosi certa, almeno fino alla fine del 2023.

La Brown ha raccontato di essersi ritrovata più volte, soprattutto al termine degli allenamenti più intensi, a piangere e vomitare in bagno piegata dal dolore. Di essere stata per diverso tempo poco considerata dai medici, sottolineando come negli Usa si ritiene ancora che una donna nera abbia una soglia del dolore più alta e dunque possa gestire (e sopportare) meglio i problemi di natura fisica.


Pur sapendo che l’atletica (e lo sprint) non sia lo sport ideale per una donna che soffre di endometriosi, Brittany – al pari di altre colleghe come la ciclista Santesteban – non si è mai abbattuta e ha continuato l’attività con determinazione, senza pensare mai al ritiro. Ha raggiunto risultati eclatanti e oggi è un esempio per tutte le donne: partecipa a incontri di gruppo con chi ha la stessa patologia, si dedica alla meditazione e si sottopone regolarmente alla terapia del pavimento pelvico.

Che cos’è l’endometriosi? Sentiamo Nicoletta Carai

L’endometriosi è una infiammazione cronica spesso sottodiagnosticata che colpisce le donne e può avere un impatto significativo nella loro qualità della vita. Consiste nell’alterata localizzazione di parti di tessuto endometriale che causano dolori fortissimi alla pancia, gonfiore addominale e squilibrio del microbiota intestinale soprattutto nel periodo del ciclo mestruale.

Per saperne di più e per capire quali sono i rimedi per un’atleta, ci siamo rivolti alla dottoressa Nicoletta Carai, specializzata nella Fisioterapia e Osteopatia del Pavimento Pelvico.

La dottoressa Nicoletta Carai.


Nicoletta, come si può fronteggiare l’endometriosi?
“L’endometriosi è una malattia infiammatoria e Ridurre l’infiammazione è una delle strategie utili per ridurre la sintomatologia soprattutto in concomitanza di un allenamento intenso o dello stress della gara, giorni in cui è meglio ridurre quanto più possibile  lo stato di infiammazione di base ”.

Quali sono i principali accorgimenti da mettere in atto?
“Bisogna cercare di migliorare lo stile di vita generale: da un equilibrato ritmo sonno-veglia a un’alimentazione corretta seguita da nutrizionisti formati che preveda l’unione tra alimentazione e integrazione, anche attraverso l’assunzione di antiossidanti, passando anche per esercizi di mobilità e di riabilitazione pelvica. Ricordiamoci che spesso la sintomatologia dell’endometriosi tende ad aumentare soprattutto nei giorni del mestruo, ma questa non è la regola: ci sono donne che convivono praticamente per tutto il mese con il dolore”.

A ridosso di una gara come conviene gestirsi?
“L’obiettivo è sempre quello di sfiammare il più possibile la zona interessata. Occorre aumentare l’idratazione e l’integrazione e può essere molto utile effettuare delle sedute di riabilitazione del pavimento pelvico”.

In cosa consistono?
“Ci sono delle tecniche intravaginali che consentono di ridurre l’ipertono della muscolatura pelvica che, se contratta, può aumentare la sintomatologia e l’infiammazione della zona. E’ utile unire la riabilitazione del pavimento pelvico a trattamenti osteopatici per trattate tutte quelle strutture che, direttamente o indirettamente, possono influire sulla funzionalità intestinale e pelvica, così da ricercare un aumento del benessere dell’atleta”.


Come?
“Con tecniche di terapia manuale che lavorino sul miglioramento della mobilità del bacino, tecniche viscerali per ridurre la congestione addomino-pelvica,che può essere una delle cause del dolore addominale, favorendo il drenaggio della zona pelvica e provando quindi a ridurre lo stato di infiammazione. L’obiettivo della fisioterapia riabilitativa è quello di riportare un normotono a livello del pavimento pelvico, così da avere una muscolatura tonica ma anche elastica, ed evitare una eccessiva tensione muscolare della zona che potrebbe portare  a dolore e a congestione venosa”.

Cosa ci puoi dire sugli altri esercizi da fare in fase di preparazione, magari in palestra?
“E’ importante non svolgere esercizi in apnea, perché un plus di pressione addominale non fa altro che aggravare la sintomatologia. Poi è chiaro che l’atleta deve essere brava a gestirsi. Una velocista dell’atletica chiaramente si trova di fronte a una situazione molto delicata perché chiamata a sostenere spesso sforzi molto intensi, ecco perché è fondamentale associare all’allenamento anche esercizi di mobilità e di respirazione diaframmatica per ridurre eventuali tensioni che possono essersi create dopo l’allenamento”.

Ci sono dei farmaci che è possibile assumere?
“Spesso la terapia che viene data per ridurre la sintomatologia è quella di tipo ormonale attraverso terapia anticoncezionale, è però un aspetto che deve essere valutato con il medico ginecologo che ha in cura la paziente, sicuramente un approccio multidisciplinare è la strategia migliore per cercare di ridurre la sintomatologia”.

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