Cinque ore e 29 minuti di puro spettacolo, impossibili da dimenticare per i grandi appassionati di sport. La finale del Roland Garros più lunga della storia, che ha assegnato al tie-break del quinto set il successo a Carlos Alcaraz sul nostro Jannik Sinner è stato anche il match di tennis che in Italia ha registrato il picco più alto di sempre di ascolti: 7,2 milioni di telespettatori erano sintonizzati su Nove o Eurosport alle ore 20,48, minuto dell’inizio dell’ultimo e decisivo game.
Ma per tutto il pomeriggio a essere da record è stata anche la media: 5 milioni incollati alla tv per un tempo così prolungato è un dato che non si era mai visto. Numeri che l’atletica e il running possono solo sognare…
Ma a proposito di corsa. Anche stavolta l’Intelligenza Artificiale ha fatto il suo onesto compitino, sebbene non possa garantire la massima precisione nel calcolare quanta strada abbiano percorso durante la finale i due contendenti, tennisti che giocano molto da fondo campo e che anche sul terreno del Philippe Chatrier hanno dato vita a scambi e giochi molto lunghi, ricorrendo a colpi angolati e a frequenti cambi di direzione della palla, strategia che li ha portati a correre da una parte all’altra del campo per gran parte della partita.
Il Roland Garros non offre, a differenza di altri Slam come Wimbledon e Us Open, statistiche ufficiali sui chilometri percorsi, ma una stima accurata dell’incontro afferma che Alcaraz e Sinner abbiano percorso tra i 10 e i 15 chilometri, come pubblicato dalla rivista spagnola Runedia.
Uno sforzo però completamente diverso a quello del runner, fatto di continui scatti e accelerazioni repentine alternato alle pause tra un punto e l’altro e ogni due game. Un esercizio che mette comunque a dura prova muscoli e tendini. E che richiede una preparazione atletica di spessore in grado di fare la differenza e di contare quanto e in alcuni frangenti più della tecnica.