Leonardo Fabbri insegue il lancio della vita per salire sul podio di Budapest

Il countdown è ufficialmente cominciato. Sabato prossimo il gotha dell’atletica leggera si ritroverà a Budapest per un’edizione dei campionati mondiali che si annuncia scoppiettante.

Nel primo giorno di competizioni toccherà subito al getto del peso, che grazie alla coppia formata da Zane Weir e Leonardo Fabbri, entrambi allenati da Paolo Dal Soglio, sta vivendo un’annata magica e non nasconde le ambizioni di podio.

Leonardo Fabbri, insieme all’italo-sudafricano Weir che quest’anno si è laureato campione europeo indoor, sta rifinendo la preparazione a Schio (Vicenza), proprio dalle parti di coach Dal Soglio.

Il fiorentino ha svolto l’ultimo test pre-mondiali l’altro ieri, proprio nel meeting vicentino, con l’ottima misura di 21,84, alle spalle del compagno di squadra capace di sfondare quota 22 metri per ben tre volte.

Leo, a Vicenza è arrivata un’altra grande prestazione anche se “offuscata” dall’exploit di Zane. Quanto manca affinché anche tu possa superare i 22 metri?
“E’ sicuramente il mio prossimo obiettivo, ma non è che non ci dorma la notte. So che non è impossibile e che prima o poi arriverà. Anche perché con il mio allenatore abbiamo analizzato la media dei lanci di questo 2023 rispetto alla scorsa stagione. Al momento sono a 21,60, mentre l’anno scorso, dove ho fatto il personale di 21,99, ero fermo a 21,10”.

Su cosa state lavorando per migliorare le misure con Dal Soglio?
“A me manca ancora una giusta dose di brillantezza con le gambe, che non seguono la velocità della parte superiore del corpo”.

Al termine dei campionati italiani di Molfetta, dove hai conquistato il titolo con 21,80, hai dichiarato a caldo di avere nelle corde un lancio di un metro in più. Ti senti in forma quindi?
“Sia a Molfetta che a Vicenza ho sentito di aver lanciato bene ma di avere ancora molto margine. Sono convinto di poter lanciare almeno 50 centimetri oltre quella misura”.

Tu e Zane formate la coppia d’oro del peso italiano. Vi allenate e gareggiate insieme: uno stimolo importante, no?
“Sì, ci incoraggiamo a vicenda e troviamo indicazioni utili gara dopo gara. Dopo il meeting di Vicenza, l’ho ringraziato. Perché il mio approccio è stato infelice, ero troppo rilassato. Lui, con quei tre lanci oltre i 22, mi ha dato una bella svegliata”.

Weir ha vinto l’europeo e ha lanciato più lontano, ma anche Fabbri non può lamentarsi quest’anno: titolo italiano, Golden Gala, costanza di rendimento.
“E’ stata una stagione molto positiva, meglio di così non poteva andare. Adesso manca soltanto il guizzo finale. E conto di tirarlo fuori a Budapest”.

Il primatista mondiale Crouser quasi inarrivabile, poi Walsh e Kovacs già battuti a Firenze. Insomma, per la medaglia c’è anche Fabbri?
“Il livello è altissimo, bisogna fare la gara della vita e sperare che qualcuno di loro possa incappare in una giornata meno brillante del solito. Però sia io che Zane stiamo crescendo e quest’anno ci siamo consacrati come primo e secondo a livello europeo, una bellissima notizia per tutto il movimento. Il nostro lavoro è finalizzato alle Olimpiadi, a Parigi ne vedrete delle belle”.

Il titolo iridato del peso si assegna nel primo giorno di gare, sabato 19. Il modo ideale per togliersi subito il pensiero e scaricare l’adrenalina?
“Non credo di soffrire l’ansia da prestazione. Quest’anno gareggiare tanto mi ha aiutato a gestire l’attesa delle competizioni, ho acquisito la mentalità giusta. Ho partecipato agli eventi di Diamond League, dove gli avversari sono i più forti al mondo, gli stessi che incontrerò a Budapest in pedana. Ho acquisito esperienza, mi sono inserito nel gruppo di questi grandi campioni, si respira una bell’aria ed è tutto più familiare”.

Chiudiamo con la tua Fiorentina, che ha appena preso Nzola e si avvicina al debutto in Serie A.
“Nzola mi piace, è l’attaccante che mancava alla Fiorentina. E’ stato Italiano a farlo esplodere e quindi mi fido delle sue sensazioni. La società ha fatto più che altro un capolavoro con la cessione di Cabral in Portogallo, ha dimostrato di essere preparata anche con le uscite. Sono curioso di vedere giocare Beltran: alcuni dicono che sia un incrocio tra Aguero e Higuain. E ho capito anche l’ingaggio di Parisi: evidentemente sapevano già di prendere parte alla Conference League e sono corsi ai ripari anche per garantire a Italiano più alternative in alcuni ruoli”.

Foto: Francesca Grana / Fidal

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