Licciardello e i suoi ragazzi a Catania tra sogni e speranze: “Ali può scendere sotto i 10″00”

La brezza tiepida che viene dal mare e ben nota dai tempi in cui si allenava a casa. E la temperatura capace di raggiungere anche i 24 gradi, tutta un’altra storia rispetto alla già fredda Roma dell’ultima settimana. Questo il clima che ha accompagnato Claudio Licciardello e i suoi velocisti per il raduno di Catania, ospiti del Cus per alcuni giorni di lavoro e confronti con il gruppo del prof. Di Mulo, suo mentore ed ex allenatore.

Con il tecnico giarrese classe 1986, che dopo il ritiro dall’attività agonistica è operativo al Centro Sportivo delle Fiamme Gialle di Castelporziano, c’erano Marco Ricci, Riccardo Meli, Angelo Ulisse, Chituru Ali, il cingalese Abeykoon e la promessa Eduardo Longobardi: tutti sono al lavoro per preparare l’esordio indoor ad Ancona il 20 gennaio, prima di effettuare qualche gara all’estero e tornare nelle Marche per i campionati italiani in sala.

“Le parentesi del mio team a Catania sono ormai una tappa fissa della preparazione invernale – spiega Licciardello – Il Cus è un po’ casa mia e veniamo sempre accolti con grande affetto. E’ stata una settimana proficua di lavoro, dove i quattrocentisti hanno effettuato scarico mentre gli altri hanno avuto modo di spingere sugli sprint”.

Il team di Claudio Licciardello che si allena a Castelporziano.


Claudio, cominciamo da Marco Ricci, che l’anno scorso è stato chiamato in causa a Parigi nella 4×100 azzurra che doveva qualificarsi ai mondiali oltre che protagonista agli Europei Under 23 di Espoo.
“Per Marco l’obiettivo è quello di prendersi in pianta stabile la staffetta. A mio avviso, lui è il primo frazionista ideale, considerate le sue doti in curva e il tempo di 20″50 sui 200. Adesso deve fare progressi soprattutto nella partenza dai blocchi”.

Nel 2023 notevoli miglioramenti li ha fatti anche per Riccardo Meli.
“Riccardo può essere considerato uno dei sei papabili quattrocentisti per comporre una grande 4×400 sia agli Europei che alle Olimpiadi, dove l’Italia può puntare a una finale. E poi può giocarsi le carte anche in chiave staffetta mista, dove contiamo su una grande Folorunso”.

Riccardo Meli.



Tu credi tanto in questo ragazzo palermitano anche per le gare individuali.
“Riccardo vale i 45″50 e quest’anno l’avrebbe fatto senza quello stiramento al polpaccio”.

Come sta Ali? Nel 2023 è purtroppo sparito dai radar
“Chituru è reduce da un anno disastroso. Lui combatte con un fisico tanto straordinario quanto delicato. Adesso si è finalmente rimesso sui blocchi e mi auguro che possa farci vedere tutto il suo talento. Speriamo che possa gestirlo già nella stagione indoor, dove fece 6’61” nel 2022. Ma non mi stupirei se in corso d’opera facesse il minimo olimpico (10″00).

Significherebbe essere il numero 2 dopo Jacobs. Un po’ troppo ottimista?
“Lo conosco bene e so quello che dico. Per arrivare a quel risultato, deve essere sano e avere continuità negli allenamenti. E sappiamo di doverci prendere dei rischi. In questo 2023 li abbiamo presi e non ci è andata bene, con il susseguirsi dei problemi al bicipite femorale. Speriamo di essere più fortunati l’anno che viene. Va ricordato come i numeri del 2022 li abbia fatti allenandosi il minimo indispensabile”.

Chituru Ali. Foto Colombo / Fidal


Claudio, apriamo una parentesi sul prof. Di Mulo e il rapporto che vi lega.
“Siamo sempre in contatto telefonico e scambiamo assiduamente opinioni. E’ una persona speciale, che mi ha fatto diventare un grande atleta anche se poi nell’ultima parte della carriera ho deciso di andare negli Usa, scelta che mi ha consentito di intraprendere il mestiere di coach dopo aver visto come viene vissuto oltreoceano lo sport. Di Mulo non è solo il riferimento della velocità e delle staffette in Italia o lo stratega/scienziato che tutti conosciamo. E’ un grande uomo, dai valori e dalla cultura immensa. Un gentleman d’altri tempi, che non è facile incontrare nel nostro ambiente

A Catania si è allenato anche Longobardi, classe 2005 dalle grandi prospettive che figura peraltro tra i convocati del raduno degli azzurrini previsto per il 3 gennaio a Formia e che è appena entrato nel gruppo sportivo militare.
“Ho cresciuto Eduardo e a colpirmi è stata subito la sua forza naturale. E’ un atleta difficile da allenare, non sempre impeccabile dal punto di vista della coordinazione. Eduardo va seguito ma non massacrato, predilige la qualità e viaggia bene tra i 200 e 400. Finché va forte sui 200, non lo sposterò sulla doppia distanza. Il suo obiettivo è attestarsi attorno ai 20″50 e magari regalarsi una finale ai mondiali Under 20 in Perù. Non deve però avere alcuna fretta, ma continuare a lavorare serenamente sulla sua crescita”.

A proposito di quattrocentisti: in tanti stanno cercando di trasformarsi o hanno annunciato di voler sperimentare il giro di pista, pensiamo a Knighton o al nostro stesso Desalu.
“Penso che la volontà di Fausto sia dettata dall’oggettiva difficoltà sui 200 di correre più veloce di Filippo Tortu. In ogni caso, io non vedo Desalu come quattrocentista, per lui sarà difficile tornare indietro. Negli ultimi anni si è snaturato, è diventato più potente, più grosso, più frequente. Alla fine 200 e 400 sono “fratelli”, il lavoro di base è lo stesso. Per diventare quattrocentista devi però guadagnare facilità di corsa e allungare lo sforzo lattacido”.

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