Parla mamma Furlani: “Stiamo costruendo Mattia mattone per mattone. Rispettiamo la sua crescita biologica”

Non deve essere facile ritrovarsi a gestire un potenziale campione tra le mani, specie se si tratta di tuo figlio. Eppure Khaty Seck, ex velocista senegalese che ha sposato l’ex altista Marcello Furlani, non si fa distrarre dall’entusiasmo che ha travolto tutto ciò che ruota intorno a Mattia, inserito la settimana scorsa anche tra le Rising Stars della European Athletics.

Piuttosto, mamma-coach Khaty si ostina a ripetere che ogni salto in lungo di Mattia fa parte di un processo di crescita le cui tappe in qualche modo sono state pianificate e misurate sull’immenso talento del ragazzo di Rieti, che quest’anno ha stabilito il nuovo primato italiano Under 20 saltando 8,24 a Hengelo.

La stagione di Mattia Furlani ha avuto il momento più importante agli Europei Under 20 di Gerusalemme, dove è arrivata la medaglia d’oro con 8,23.
Pochi giorni più tardi la mancata qualificazione alla finale iridata.

“L’obiettivo per questo 2023 – spiega Khaty Seck – era l’europeo under 20 ed è stato centrato in pieno. A Budapest siamo andati per fare esperienza e per costruire il futuro. Anche un evento come un europeo Under 20 impone un consumo di energie psico-fisiche non indifferente e sapevamo che tutte le altre gare della stagione sarebbero state in qualche modo di contorno all’obiettivo principale”.

Tutti parlano di Mattia ed è stato appena inserito tra le 10 Rising Stars a livello europeo. Come si tiene a bada questa attenzione mediatica che lo sta circondando?

“La cosa più importante è che Mattia mantenga i sani valori con cui è cresciuto. Deve sapere che il lavoro paga sempre e aiuta a costruirsi un certo percorso. Ha solo 18 anni e non sappiamo cosa succedere più avanti”.

Ma perché, di fronte al bivio dell’anno scorso, è stato scelto il salto in lungo e non quello in alto (la specialità del papà, ndr)?
“Mattia è stato abituato fin dall’inizio alla multilateralità e con la sua velocità si è lasciato aperta la porta a tutte le discipline. Fin da quando ha frequentato il campo scuola, a lui piaceva fare acrobazie sul saccone del salto in alto, ma in base alle doti genetiche che hai, dico sempre che sono le discipline che ti scelgono. E al secondo anno da juniores serviva specializzarsi. Per me che lo osservo tutti i giorni, è stato facile. Mattia può dare il meglio nel salto in lungo. Non escludo in futuro che possiate vederlo disputare un 100 o un 60 indoor, sempre fatti come base per il lungo”.



Mattia un difetto ce l’ha?
“Devo frenare la sua impazienza, come tutti i giovani a volte vuole tutto e subito. Ma gradualmente sta iniziando a capire che deve rispettare il suo processo di crescita”.

Con la sorella Erika (lei sì rimasta al salto in alto, ndr) che rapporto ha?
“Sono cresciuti a pane e atletica e il loro legame è sempre stato molto solido. Si figuri che sono appena tornati da un weekend insieme con i rispettivi partner”.

E’ esploso troppo presto o se l’aspettava?
“Credo sia venuto fuori al momento giusto, mattone dopo mattone. Dobbiamo rispettare la sua crescita biologica e non guardare ai risultati. Ecco perché quella di Parigi non potrà essere la sua Olimpiade, sebbene cercherà di fare il massimo. Più probabile che possa dare di più a Los Angeles”.

Tra di voi c’è fiducia totale per gli allenamenti?
“Sono abbastanza sicura di me stessa, ma so che non c’è una ricetta perfetta per essere un buon genitore e un buon allenatore. Ciò che credo sia fondamentale è la capacità di saper leggere i segnali che ti arrivano dall’atleta e porsi al suo ascolto. Quando c’è bisogno, allora tendo la mano. E’ l’unico modo per andar d’accordo”.

Come procede il lavoro tecnico?
“Abbiamo lavorato sugli ultimi appoggi prima dello stacco e sull’inizio della fase di volo. Considerate che Mattia l’anno scorso ha saltato 8.04 al primo anno da Under 18, quando si era dedicato anche al salto in alto, senza rincorsa. Quest’anno sono stati fatti progressi importanti e adesso ci aspetta tanto da fare sulla prima parte della rincorsa e sulla chiusura”.

Il 2024 è ricco di appuntamenti: Europei e Olimpiadi su tutti.
“Non dimentichiamoci dei mondiali Under 20 a fine agosto. C’è l’imbarazzo della scelta. Sarà un anno particolare, perché c’è anche la maturità. Ci prendiamo quello che arriva…”.

A proposito: Mattia frequenta il 5° anno del Liceo Scientifico-Sportivo a Rieti. Le ha già detto se si iscriverà all’Università?
“Non l’ha ancora deciso. A scuola è uno che fa il suo. Io sono sempre pro-studio e lo invoglierò sempre. Ma deciderà lui”.

Qual è l’ultimo regalo che ha fatto a Mattia?
“Un Apple Watch, l’ha chiesto per i suoi 18 anni”.

E lui a lei?
“Mattia è quello dei piccoli gesti d’attenzione. Agli allenamenti o alle gare spesso va a prendermi il caffè e questo lo apprezzo molto”.

Foto Fidal


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