Marcia, la staffetta olimpica e i test degli azzurri: Vo2 max, lattato, simulazione gara

Il mondo della marcia si prepara all’ennesimo stravolgimento dei format di gara. Nell’anno olimpico, lo stesso destino accaduto alla 50 km si abbatterà anche sulla 35 km: l’unica gara individuale a cinque cerchi resterà la 20 km, mentre la novità sarà rappresentata da una staffetta mista a coppie, sul modello di quella del biathlon e sull’inedita distanza di maratona.

La Nazionale italiana, che vanta la migliore tradizione nel tacco e punta e si presenterà all’appello con i due campioni olimpici in carica, Massimo Stano e Antonella Palmisano, non vuole farsi trovare impreparata. La scorsa settimana, a Castelporziano, i big della marcia azzurra si sono ritrovati per un paio di giorni di test atletici utili a simulare la nuova esperienza di gara, dal momento che durante la staffetta gli atleti chiamati in causa, dovranno marciare, in alternanza, per due frazioni da poco più di 10 km ciascuno e gestire tra la prima e la seconda frazione una pausa di circa 35-40′.

Sara Vitiello.


Al raduno, che si è tenuto presso il Centro Sportivo della Guardia di Finanza, hanno partecipato dieci azzurri: cinque donne (Antonella Palmisano, Valentina Trapletti, Sara Vitiello, Alexandrina Mihai e Federica Curiazzi) e cinque uomini (Massimo Stano, Francesco Fortunato, Andrea Agrusti, Andrea Cosi e Riccardo Orsoni).

I test si sono svolti sulla base del protocollo di valutazione stilato dai tecnici dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni, con la supervisione della Fidal e del d.t. Antonio La Torre.

Il protocollo, che verrà riutilizzato nel corso della stagione agonistica, è stato realizzato per determinare l’impegno metabolico e l’andamento cinematico del passo di marcia, allo scopo di individualizzare le strategie di gara in termini di integrazione energetica e recupero. Gli atleti coinvolti sono stati inoltre monitorati dal punto di vista biometrico, avendo in dotazione anche il sensore per la rilevazione della glicemia.

Riccardo Orsoni.


Ciascun azzurro ha innanzitutto percorso una serie di ripetute a ritmo crescente, chiudendo la prima sessione di test toccando la velocità massima con l’ausilio di una lepre sonora in pista adatta a scandire i ritmi.

Al termine di ogni ripetuta, gli atleti sono stati sottoposti al classico prelievo di una goccia di sangue nell’orecchio per la misurazione del lattato incrementale: i valori di quest’ultimo, insieme alla velocità massima raggiunta e ai dati registrati dai cardiofrequenzimetri sono stati incrociati e analizzati dai tecnici in modo tale da determinare quanto ogni atleta possa chiedere al proprio fisico in termini di sforzo.

Antonella Palmisano.


Nel fine settimana la truppa si è poi esibita nella simulazione di una vera e propria staffetta da 42 km (con tanto di pause e integrazione a base di gel), preceduta dalla misurazione della potenza aerobica (Vo2max) mediante l’impiego di maschere K5 e da un carico importante di carboidrati utile a raccogliere dati sul consumo energetico.

Nel mese di gennaio, gli azzurri avranno modo di testarsi sul nuovo format a Modugno (Bari), dove il tradizionale Trofeo invernale, con l’eliminazione delle distanze più lunghe, dovrebbe essere disputato sul modello della staffetta olimpica.

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