Il raduno degli altisti a Udine: facciamo il punto con Silvano Chesani

Gli azzurri del salto in alto, eccetto Gimbo Tamberi e Stefano Sottile, assente dell’ultimo minuto, hanno appena concluso il raduno di inizio anno. Come sede è stata scelta Udine, che pochi giorni prima aveva ospitato una grande edizione di Udinjump.
A coordinare i lavori Silvano Chesani, nuovo collaboratore federale all’interno del settore salti capeggiato ora da Paolo Camossi. Chesani, al debutto nel nuovo ruolo, ci ha parlato dell’importanza di questi raduni ma anche dei singoli atleti e dei loro margini di miglioramento.

“E’ stata la mia prima esperienza – afferma Silvano Chesani – e credo che il raduno, fatto insieme agli atleti e ai tecnici personali, sia stato utile per acquisire informazioni e mettere a disposizione le varie conoscenze. Come referente di settore degli atleti assoluti, il compito principale sarà la loro gestione e il dialogo costante con gli allenatori”.

Quali erano gli obiettivi principali del raduno?
“Tutto era nato in funzione della presenza di Yaroslava Mahuchikh in città dopo Udinjump. Avremmo voluto sfruttare la settimana per osservare da vicino come lavora, ma poi i piani sono cambiati perché lei è ripartita subito. Detto questo, c’è stata l’occasione per conoscere meglio i ragazzi soprattutto per quanto riguarda la parte più tecnica e trovare così diversi spunti da portare a casa. Al raduno gli atleti possono inoltre fare squadra e divertirsi. La condivisione del lavoro, ad alto livello, è fondamentale per la loro crescita”.

Yaroslava Mahuchikh a UdinJump.


Come avete suddiviso la settimana?
“Abbiamo cercato di fare in modo che tutti facessero le stesse esercitazioni, seppur con volumi diversificati e controllati tenendo conto dell’età e del periodo della stagione, essendo a ridosso dei Campionati Italiani di Ancona. Ho suddiviso il lavoro per macro-aree. Il martedì il gruppo ha lavorato sui balzi, mercoledì su ritmica di corsa e ostacoli, il giovedì sui salti, il venerdì sulla forza e il sabato sulla rincorsa”.

C’è stato modo per effettuare dei test specifici?
“Abbiamo dedicato tempo al Drop Jump e alle cadute pliometriche avvalendoci dell’optojump. Il test non aveva lo scopo di valutare la condizione, ma era importante trarre delle indicazioni su come si muovono gli atleti in funzione della tecnica”.

Il raduno ha perso alla vigilia il suo atleta faro, Stefano Sottile.
“Ha un fastidio alla schiena che si porta dietro da prima del meeting di Weinheim. Di concerto con il suo tecnico, Valeria Musso, abbiamo deciso di dargli qualche giorno in più di riposo”.

Aurora Vicini tricolore a Rieti nelle junior.


La Musso era comunque presente al raduno al fianco di Aurora Vicini.
“Da settembre è la sua nuova allenatrice. Aurora si è trasferita a Torino, ma per alcuni mesi è stata anche a Roma per frequentare il corso per l’ingresso nei Carabinieri. Per lei è stato un periodo di grandi cambiamenti. Infatti il suo focus resta la stagione outdoor, con l’obiettivo di ben figurare agli europei under 23”.

La seconda parte di 2024 non era stata eccezionale per la parmense.
“Dopo l’1,92 saltato indoor, si è un po’ smarrita. E’ quello che capita spesso ai giovani dopo un exploit. Ci sono tante pressioni esterne e Aurora, come tutti i ragazzi e le ragazze di 19 anni, dovrà imparare a gestire il contorno”.

Passiamo ora a Matteo Sioli, argento mondiale under 20 e già a quota 2,25.
“E’ un ragazzo molto giovane dal punto di vista atletico ma dalle grandi potenzialità. Mi ha impressionato per come si approccia al lavoro, è solare e facile da gestire. Mi piace anche come abbia impostato il programma insieme al suo allenatore, dando priorità alla tecnica piuttosto che alla parte condizionale. Del resto, più impari a saltare bene, più salirai in alto. Adesso sta cercando di sistemare la prima parte della rincorsa. Fino all’anno scorso balzava nei primi tre passi, ora sta provando a correre di più fin dall’avvio”.

Matteo Sioli a Udinjump.


E Celebrin?
“Un talento esplosivo. Ha nerbo e voglia di imparare. Bisogna tenere a freno la sua esuberanza, lui dovrà imparare ad autogestirsi. I margini tecnici sono però enormi. Ha ancora un salto molto scolastico. Sistemando i dettagli e lavorando sulla ritmica, può migliorarsi molto nel breve termine”.

E Giulia De Marchi?
“Una ragazza che conosco bene. E’ allenata da Alberto Lazzaro, che prima seguiva Manuel Lando. Tecnicamente è molto solida, ma deve recuperare dal punto di vista fisico perché è reduce da un infortunio alla caviglia”.

Veniamo adesso ai ragazzi che segui quotidianamente come tecnico personale. Partiamo da Asia Tavernini.
“Ha questa caviglia, la sinistra che è quella di stacco, che le provoca grande sofferenza soltanto durante il salto. Per non stressare l’articolazione ha rinunciato a UdinJump ma andrà agli Italiani sapendo che dovrà gestirsi al meglio. Il problema verrà poi affrontato con un programma specifico insieme al fisioterapista nelle prossime settimane. Speriamo di risolvere, anche perché durante l’inverno abbiamo fatto un grande lavoro tecnico e lei sente nell’aria i miglioramenti”.


Poi c’è Manuel Lando, che stasera gareggia al meeting di Banská Bystrica.
“Con lui abbiamo introdotto durante la preparazione nuovi aspetti tecnici. Il ragazzo ha moltissime informazioni in testa e sta cercando di metterle insieme. Nelle prime gare stagionali, quando c’è bisogno di agire d’istinto e pensare di meno, ha fatto un po’ di fatica, pagando sulla fluidità del gesto”.

Cosa state mettendo a punto nello specifico?
“Stiamo lavorando sul terzultimo appoggio della rincorsa per avere più spinta. Ha avuto qualche difficoltà a sentirlo suo, deve solo sbloccarsi. Il raduno gli ha fatto bene, ha avuto la possibilità di essere stimolato dalla presenza di Sioli”.

Ultima domanda su Tamberi: che idea ti sei fatto della sua volontà di continuare fino a Los Angeles?
“Gimbo ha davanti una sfida completamente diversa rispetto a quelle che ha affrontato nel corso della sua formidabile carriera. Per tre anni dovrà essere bravissimo a gestire il fisico in modo tale da essere nelle condizioni di tirar fuori l’ultimo acuto proprio ai Giochi del 2028. Dal punto di vista delle energie mentali non mi preoccupa minimamente. Quell’aspetto non sarà mai un problema per lui, credo che possa insegnare a tutti gli altri come si fa”.

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