Sono passate appena 24 ore ed è troppo presto per togliersi dagli occhi il salto regale di Yaroslava Mahuchikh, la campionessa ucraina che nella tappa parigina della Diamond League ha stabilito il record del mondo nell’alto toccando quota 2,10.
Un numero entrato nella storia dell’atletica, anche perché ha cancellato il primato quasi quarantennale (37 anni per la precisione) dell’icona bulgara Stefka Kostadinova, capace di spingersi fino a 2,09 nell’estate del 1987, ai Mondiali di Roma.
Yaroslava Mahuchikh da due anni è leader incontrastata della disciplina. Dopo il bronzo ai Giochi di Tokyo e l’argento ai mondiali di Eugene, l’elegante saltatrice classe 2001 ha cominciato a vestirsi d’oro: due volte agli europei (Monaco 2022 e Roma 2024) e nell’agosto scorso ai mondiali di Budapest.
Il personale precedente risaliva al 2021, quando al meeting di Banska Bystrica era riuscita a saltare 2,06. Ieri è finalmente arrivato il momento che tutti aspettavano da tempo: per le qualità tecniche e fisiche non poteva essere che lei a sopravanzare la Kostadinova.
Tra meno di un mese tornerà a Parigi, stavolta allo Stade de France. Per prendersi l’oro olimpico e completare l’opera, lei che per realizzare il suo sogno e continuare ad allenarsi è stata costretta a venir via da casa a causa della guerra.
Ma com’è stato il salto da primato di Yaroslava Mahuchikh? Abbiamo intercettato al telefono l’ex campionessa azzurra Antonietta Di Martino, primatista italiana della specialità.
Antonietta, pochi mesi fa avevi esaltato le doti di Yaroslava Mahuchikh pronosticando in qualche modo questa impresa.
“Ho detto che se fosse riuscita a migliorare lo stacco e a sistemare la parabola molto alta, allora avrebbe stabilito il record. Perché lei è una che va spesso molto sopra l’asticella, essendo formidabile per come riesce a verticalizzare con un’azione leggerissima”.
Guardando il suo salto, cosa le ha permesso di salire fino a 2,10 metri?
“E’ migliorata nella parte finale e adesso stacca un po’ più lontano. E avete visto come entra veloce? Non parte a razzo, ma ha una progressione ideale che le consente di arrivare alla massima velocità sul punto di stacco. In questo momento ha la tecnica migliore, penso che piaccia un po’ a tutti”.
Dal punto di vista fisico, Kostadinova e Mahuchikh si equivalgono: atlete alte 1,80 e dal peso attorno ai 55 kg. Quali differenze invece nella tecnica?
“La velocità d’ingresso credo sia più o meno la stessa. La differenza sta negli appoggi. La Kostadinova correva più di avampiede, mentre Yaroslava va di piena pianta. E poi la bulgara quasi skippava, mentre l’ucraina corre spedita verso l’asticella e spinge tantissimo”.
Adesso cosa ci dobbiamo aspettare dalla nuova primatista del mondo?
“Ha saltato un 2,07 mostruoso e il 2,10 al primo tentativo. Secondo me, se in giornata, può salire anche fino a 2,12. Spero che le persone che le stanno intorno le facciano un po’ da scudo e riescano a proteggerla dall’onda mediatica. Non possono permettersi di farla assalire perché manca poco ai Giochi e lei deve rimanere concentrata”.
Anche perché le avversarie non scherzano. A cominciare da Nicola Olyslagers che ha superato in scioltezza i 2 metri.
“Il record non glielo toglie nessuno, ma ogni gara va vinta e alle Olimpiadi dovrà saltare bene e sudarsela. Le altre non staranno di certo a guardare. La Patterson e la stessa Olyslagers sono in crescita e le daranno filo da torcere a Parigi”.