Fabbri e il buen retiro in Sudafrica: “Pedana all’ombra e 70 lanci al giorno. Posso aggiungere ancora un metro…”

La sveglia suona inesorabile alle 6,30 in punto di ogni mattino. Colazione con comodo, quattro passi per degustare un buon caffè, e poi subito in pedana, a provare e a riprovare. La nuova stagione non aspetta. Con tanti eventi per confermarsi e, se possibile, andare oltre, per Leonardo Fabbri.

In Sudafrica l’estate è alle porte. E’ giĂ  caldo, ma non troppo. Soprattutto non umido. Stellenbosch è un vero paradiso per gli atleti. CittĂ  tranquilla ma frequentata, immersa nel verde, tra querce e vigneti. E’ questo, da diversi inverni, il buen retiro del vicecampione del mondo del getto del peso e del team Dal Soglio. Con loro, anche Zane Weir, campione d’Europa al coperto in carica, e il norvegese Thomsen.

Fabbri e company sono arrivati laggiù lo scorso 18 novembre. Ci staranno un mese esatto, prima di tornare a casa per il Natale e ripartire immediatamente il 30 dicembre per star via anche a gennaio, fino al weekend del 27-28, dove è in programma la prima gara a Nordhausen, in Germania.


“E’ stato bellissimo ricominciare la preparazione e tornare in un posto magnifico come Stellenbosch – confessa Leonardo Fabbri – La stagione appena conclusa è stata per me stupenda, ma so di avere ancora tanti margini di miglioramento e perciò sono motivatissimo. Fino a oggi sento di non aver sbagliato un allenamento, sono molto concentrato sui nuovi obiettivi”.

Obiettivi che attraverseranno tutto il 2024: mondiali Indoor, Europei e Olimpiadi. Il ragazzo di Firenze vuole arrivare pronto in tutti e tre grandi eventi, con in testa anche un molto ambizioso.

“Non vedo l’ora di mettermi in gioco, a cominciare dalla rassegna iridata al coperto – spiega Leonardo, che ha appena finito di allenarsi – Il mondiale di Budapest mi ha dato tanto, ma deve essere una tappa di passaggio e non di arrivo. Tutto il 2023 è stato un bel test per l’anno cruciale che verrĂ . Sono sempre stato regolarissimo, lanciando costantemente sui 21,70, dall’inizio alla fine della stagione. Questo mi conforta per i tre eventi che sono distanti tra loro e ben distribuiti tra marzo, giugno e agosto. E poi, parlando di misure, c’è da aggiungere ancora un metro…”.



In Ungheria, il portacolori dell’Aeronautica Militare lanciò il peso a 22.34. Pochi giorni dopo, a Padova, il compagno di squadra Weir scagliò l’attrezzo dieci centimetri piĂą lontano. Ma per un atleta appena approdato nell’Ă©lite della specialitĂ  è giusto pensare in grande. Magari, appunto, all’inarrivabile Ryan Crouser, il primatista del mondo con l’incredibile 23.56.

Dallo scorso anno, Fabbri non lascia niente al caso. Per un’alimentazione adeguata, è seguito dal dottor Diego Fortuna, l’ex discobolo della Nazionale e oggi apprezzato nutrizionista. Aveva perso 16 kg e dichiarato di stare molto meglio. Ma il lavoro, anche in questo senso, prosegue. “Ho fatto una visita prima di partire e sono al 17% di massa grassa. Per un pesista, secondo Diego, l’ideale è essere attorno al 20%”.

La giornata di Fabbri è tutta casa e peso. “Abbiamo la pedana sotto un albero. Allenarsi all’ombra è il massimo, visto il sole cocente e le tante ore di lanci. In questo periodo arriviamo anche a due ore, due ore e mezzo di fila. Il tempo vola. Quanti lanci in un giorno? Anche 70. E’ tosta, ma è quello che serve”.


Oltre ai lanci sotto casa, due volte alla settimana il team Dal Soglio si sposta in pista. Per correre e saltare. Tre pomeriggi sono invece dedicati alla palestra, “sempre a non piĂą di cinque minuti dal nostro alloggio” sottolinea Leo.

In Sudafrica, Fabbri sta lavorando giĂ  su molti dettagli, tra i quali la partenza e quella posizione del piede destro ancora non del tutto stabile, come ci aveva spiegato Dal Soglio.

Ma com’è cambiato Leonardo Fabbri dopo l’argento mondiale? “Ho acquisito tanta consapevolezza – conclude – E se è cambiato qualcos’altro nella mia vita, è stato in positivo, come ad esempio l’esser piĂą apprezzato anche dai meeting stessi. Per il resto, le medaglie le sistemi in bacheca e restano lì, a far parte del passato”.hh

Foto Fidal






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