Il Frattini ritrovato, storia di una rivincita: il suo giavellotto può tornare a volare

Quando il giavellotto si è infilzato sul prato di Leiria dopo un volo di 76 metri e 21 centimetri, Giovanni Frattini si è come sentito fuori da un tunnel.
La vittoria nella gara under 23 di Coppa Europa e quella misura quasi tre metri oltre il suo precedente personale hanno rilanciato le ambizioni di un ragazzo finito nel buio a causa di un infortunio che nella maggior parte dei casi, per un lanciatore, significa la fine della carriera.

Il gomito di Frattini, atleta 21enne di San Giovanni in Marignano e portacolori della Fratellanza Modena, dopo due interventi si è invece rimesso a posto. La determinazione del ragazzo ha fatto il resto. E ora l’Italia (e il responsabile di settore Nicola Vizzoni che ne ha tessuto le lodi) ha un’altra carta da giocare nella specialità per gli anni che verranno al fianco di Michele Fina, bronzo agli eurojuniores un anno fa a Gerusalemme.

Giovanni, cosa rappresenta per te il risultato di Leiria? Nello stesso giorno due volte il personale oltre al primo posto.
“La mia rivincita. Non gareggiavo da oltre due anni, l’ultima volta era stata in Nazionale. Era l’anno del mio vecchio personale, stabilito ai tricolori junior di Grosseto con la misura di 73,78”.


Era il 2021, poi l’infortunio al gomito. L’inizio di un calvario…
“Sono finito due volte sotto i ferri. La prima volta non è bastato cercare di attaccare il legamento all’osso del gomito. E quindi è stato necessario rioperarmi per una vera e propria ricostruzione del legamento”.

La riabilitazione è stata lunga.
“Ci è voluto tanto, ma ho avuto pazienza. Ho lavorato con calma, curando ogni dettaglio. Non era scontato tornare a lanciare. Sono uno dei primi giavellottisti in Italia che torna in attività dopo un intervento del genere”.

Il tuo gomito come sta adesso?
“Non ho più dolore. Ma non sarà più quello di prima. E’ più sensibile in tutti i movimenti quotidiani rispetto al sinistro, non solo quando lancio”.

Con il tuo infortunio c’entra la tecnica di lancio.
“E’ difficile da spiegare ma mi sono fatto male perché lanciavo male. Durante la parte di rotazione, tendevo a portare il gomito troppo all’esterno rispetto all’attrezzo. Tanto è vero che non mi sono infortunato con un solo lancio, ma alla fine di un lungo periodo in cui ho sovraccaricato la zona e il legamento si è pian piano sfilacciato fino a staccarsi completamente”.


Il tuo tecnico di sempre, Emanuele Verni, ti è stato molto vicino durante la risalita.
“Una parte del risultato di Leiria è anche suo. Ha saputo adattare di continuo i programmi e ha seguito la mia riabilitazione tenendosi in contatto costante con medici e fisioterapisti”.

Hai mai pensato al ritiro?
“Non ne ho mai avuto l’intenzione, però non avevo la certezza di poter tornare a lanciare. Ho sempre creduto nel lavoro fatto per il mio completo recupero”.

Quando sei tornato a lanciare?
“A quattro mesi dal secondo intervento. E con giavellotti più leggeri”.

Dopo il successo in Coppa Europa come cambiano le prospettive?
“Sapevo di poter ottenere misure di questo calibro, ma mi è mancato gareggiare. D’ora in avanti, bisogna ripartire puntando sempre più in alto. Gli ottanta metri possono essere un primo obiettivo”.

Su cosa ti stai concentrando in questa fase della stagione?
“Archiviati gli assoluti invernali di Mariano Comense e l’esperienza di Leiria, sto rialzando i carichi in vista della stagione estiva. Molti lavori di forza, senza però trascurare la tecnica. I dettagli da curare sono tanti”.


Anche per questo ti sei affidato al supporto di Antonio Fent.
“Studiando a Bologna, una volta alla settimana lo raggiungo al Centro Sportivo Carabinieri per condividere delle sessioni di lanci e affinare la tecnica. Antonio ha un grande bagaglio di conoscenze, oltre a essere una persona gentile e disponibile”.

A Bologna cosa studi?
“Fisica, sono al secondo anno. Lo studio mi ha aiutato durante i due anni di stop. Ora però la priorità torna all’atletica”.

Gli Europei di Roma sono un obiettivo reale?
“Il minimo di 83 metri non è proprio dietro l’angolo. Ci sarebbe il ranking, ma servono cinque gare, mancano due mesi e ho cominciato a lanciare tardi. Però il tentativo va fatto, anche perché non ci sono manifestazioni internazionali per gli under 23 in questo 2024.
Stiamo valutando la partecipazione a meeting italiani ed esteri, l’altro grande obiettivo sono i campionati italiani assoluti di La Spezia”.

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