Giovanna Epis e il Tuscany Camp: un’esperienza da rifare

Alla fine in quell’angolo di Kenya che corrisponde alle coordinate geografiche di San Rocco a Pilli, a due passi da Siena, c’è andata anche Giovanna Epis, una delle migliori maratonete d’Italia che ambisce al record italiano crollato a Valencia qualche settimana fa per opera di Sofiia Yaremchuk.

Sono tantissimi i runner che spinti dalla curiosità vanno a vedere cosa si fa e come si sta al Tuscany Camp, la struttura creata da Giuseppe Giambrone in cui vivono e si allenano insieme decine di atleti, italiani e africani: l’ultimo ad aggregarsi alla comitiva del tecnico di origini siciliane è stato Iliass Aouani lo scorso ottobre.

La Epis, reduce dalla San Silvestre Vallecana, è rimasta in Toscana per ben 23 giorni, dal 30 novembre al 22 dicembre.

“Il mini raduno per alcune atlete dei Carabinieri (Micaela Cesarò, Gaia Colli, Federica Del Buono, Giovanna Selva) organizzato da Stefano La Rosa era previsto dall’11 al 21, ma io ho preferito anticipare” racconta al telefono l’allieva di Giorgio Rondelli.

Foto Sportmedia.


Giovanna, cosa ti porti dietro dall’esperienza al Tuscany Camp?
“Ho passato delle bellissime giornate in gruppo, nonostante nel camp ci fossero diverse assenze perché quello è il periodo in cui gli atleti del Burundi tornano a casa e anche Chiappinelli si trova in Sudafrica per gli allenamenti. Eravamo comunque in 25 a pranzo e cena, un ambiente molto bello in cui si condividono tanti aspetti, non solo di corsa. I raduni servono sempre, anche perché riesci a conoscere gli atleti dal punto di vista personale e non solo agonistico”.

Raccontaci che tipo di struttura hai trovato.
“Sia chiaro, non si tratta di un hotel, ma di un casolare antico. Però lì c’è tutto quello che ti serve. Lì dentro puoi fare fisioterapia e palestra. Se hai qualche problema, c’è la possibilità di fare un esame nel giro di un’ora. E Giambrone è bravissimo a gestire le singole esigenze degli atleti”.

Come funziona per i pasti?
“C’è una cuoca che provvede a far la spesa e a cucinare a pranzo e a cena. Al mattino ognuno si prende dai frigoriferi la sua colazione. Nessuno però ti vieta di mangiare altro, ad esempio io ho comprato e cucinato il pesce”.

Qual è stata la giornata tipo?
“In questo periodo, con le temperature più rigide, il ritrovo era fissato per le 9,15 e per le 16,00 nel caso di una seconda corsa in programma. Solitamente facevo un lungo al mattino, dai 16 ai 18 km, e 10 km al pomeriggio quando io, ad esempio, non andavo in palestra. Ognuno segue il proprio programma, io ho continuato a rispettare le tabelle di Giorgio”.

Hai fatto lavori specifici?
“Due lunghi, uno da 30 e uno da 35 km, tutti con ritmi variati. Diciamo che ho messo dentro un po’ tutto, anche lavori veloci e di potenza aerobica”.

Che tipo di percorsi ci sono?
“Per la pista vera e propria si va a Siena. Al Tuscany però c’è un “pistino” in erba, un percorso di 1000 metri per preparare i cross e tantissimi percorsi sterrati, per un totale di 6-7 km, misurati e segnalati con un cartello ogni 500 metri. Molti di questi sono percorsi muscolari, con tanti saliscendi, si fa veramente fatica”.


Al tuo fianco ha sempre corso Stefano La Rosa.
“Lo ringrazio pubblicamente, perché si è messo totalmente a mia disposizione, venendo tutti i giorni da Grosseto a correre con noi, mettendosi in testa a tirare”.

Esperienza da rifare?
“Assolutamente sì, tornerò al Tuscany, magari in un periodo meno freddo. Mi sono trovata bene e ci sono tutti i tipi di terreno, a differenza della mia Legnano dove c’è solo il piatto. E poi Giuseppe è una guida infaticabile, un punto di riferimento quotidiano”.

Soddisfatta della gara di Madrid dell’ultimo dell’anno?
“E’ stata tosta, percorso ricco di saliscendi. Sono arrivata sesta, ma ho fatto il mio personale sui 10 km su strada (32:42, ndr)”.

E adesso si va in Kenya.
“Da lunedì 8 al 4 febbraio, al Lisphera Camp di Iten, la struttura creata dal bolzanino Andrea Tomei (ci saranno anche Yeman Crippa e Gaia Colli, ndr). Mi aspettano allenamenti durissimi. Quando si va giù e si corre con gli atleti del luogo, devi stare attenta a non strafare. Meno forte vai e più rendi al tuo ritorno”.

Anche per te sarà un inizio di 2024 intensissimo.
“Mi vedrete alla maratona di Nagoya (Giappone) il 10 marzo. A febbraio farò una mezza, ma non so ancora dove. Sarà ufficializzato a giorni, se ne sta occupando il mio manager, Gianni Demadonna”.

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