Il 2024 è stato l’anno in cui l’atletica italiana ha riabbracciato Melissa Fracassini. La promettente mezzofondista, che a ottobre compirà 22 anni, è tornata a essere protagonista un po’ su tutti i terreni dopo quasi tre stagioni di inferno, passate a cercare di venir fuori da una serie di infortuni di cui non si conosceva l’origine esatta.
Melissa, alle prese con l’ultimo anno della Laurea Triennale in Scienze Motorie, è un’atleta perugina figlia d’arte. Papà Francesco, che la allena, e mamma Michela provengono dall’atletica e lei ha voluto proseguire la dinastia dopo aver sperimentato la ginnastica ritmica, più difficile da conciliare con i gusti personali dal momento che dopo il tempo pieno a scuola primaria la ragazza non aveva così tanta voglia di passare altre ore in un ambiente chiuso.
Melissa Fracassini aveva fatto vedere la sua pasta prima da cadetta, aggiudicandosi il titolo italiano nei 1000 metri, e poi da allieva, vincendo il tricolore nei 1500 indoor. “Il mio calvario – spiega la portacolori dell’Atl. Arcs Cus Perugia – è cominciato dopo il primo raduno in nazionale che feci nell’aprile del 2019. Sentivo dolore alla tibia destra, mi diagnosticarono un edema osseo“.

L’infortunio costringe Melissa a fermarsi più volte. Il secondo anno da allieva e il biennio da juniores, se si eccettua la parentesi delle indoor 2022, svaniscono nel nulla. Perché il fisico non ne vuole sapere di guarire. Anzi, gli edemi ossei, senza che se ne conosca la motivazione, aumentano. Se ne forma uno alla tibia sinistra. Poi ritorna quello alla tibia destra. E infine se ne aggiunge uno al bacino.
“Ho incontrato decine di specialisti – racconta Melissa Fracassini – ma la maggior parte di loro sosteneva che la causa fosse il sovraccarico. In realtà mi allenavo pochissimo, non correvo più di 30 km a settimana all’epoca. Fin quando un medico ha scoperto la correlazione tra le mestruazioni e la formazione degli edemi ossei e mi ha detto che per risolvere il problema avrei dovuto aspettare che mi tornasse il ciclo, che per un periodo era stato assente. Ho avuto dei problemi nello sviluppo e non sono mai stata regolare. Appena tutto si è ristabilito, gli edemi non sono più comparsi”.
Come hai vissuto i quasi tre anni di inattività?
“Molto male, se non fosse stato per i miei genitori non ce l’avrei fatta. Non riuscire a correre mi metteva tristezza, ma loro mi sono stati molto vicini e hanno continuato a fare dei sacrifici per non farmi restare del tutto ferma”.

Ad esempio?
“Accompagnarmi in piscina alle dieci di sera. Era l’unico orario che mi mettevano a disposizione per avere una corsia libera e allenarmi”.
Il 2024 è stato l’anno della rinascita.
“La prima stagione in cui sono riuscita ad avere continuità e quindi a staccare degli ottimi tempi. Ho vinto il titolo italiano promesse nei 3000 metri al coperto e quello a squadre nel cross, dove ho conquistato anche l’argento nel corto”.

In pista ti sei difesa bene.
“Non ho mai trovato una gara tirata per poter far meglio del 4’18″07 nei 1500 ai Campionati di società. Però anche agli italiani ero rimasta abbastanza soddisfatta, con il secondo posto alle spalle di Livia Caldarini”.
In autunno hai corso su strada e poi di nuovo nei campi.
“Ho sfruttato al massimo il periodo di allenamenti in altura effettuati al Sestriere. Lassù avevo aumentato anche il numero di chilometri e così ho deciso di correre i campionati italiani di Arezzo, dov’è arrivato un ottimo quarto posto e subito dopo il ritorno in maglia azzurra, prima per l’International Road Race e poi per gli europei di Antalya”.
Quali sono adesso i tuoi programmi?
“Non so ancora se riuscirò a partecipare ai campionati italiani di sabato e domenica prossima. Sono iscritta sia alla gara dei 1500 che a quella dei 3000 metri ma poco prima di Natale, dopo l’ultimo allenamento intenso, ho preso un brutto virus influenzale e poi mi sono procurata una microlesione al polpaccio destro. Un infortunio arrivato nel momento sbagliato, probabilmente legato alla disidratazione. Sono rimasti dieci giorni senza correre e devo ancora smaltire i postumi di quell’influenza. Dopo tutto quello che ho passato, sono una che vive male ogni contrattempo”.
Ma qual è il terreno preferito di Melissa Fracassini?
“La pista e i 1500, forse perché da cadetta mi portarono al Brixia Meeting e vinsi come fuori quota. Mi piacerebbe allungare sui 5000, potrebbe essere l’idea per la prossima estate. Ma per correrli e aumentare i carichi di lavoro, la salute mi dovrà assistere. L’obiettivo resta comunque quello di qualificarmi per gli europei under 23 di Bergen. Il minimo di 4’22” è fattibile”.

L’atletica giovanile in Umbria sta vivendo un momento magico.
“E’ vero, ci sono tanti talenti che stanno emergendo all’interno di una realtà molto piccola. Io, Margherita Castellani, le gemelle Ribigini, Caterina Caligiana e altri ragazzi come Sorci, Bedini e Bianca Baiocco, cadetta di cui sentiremo parlare nei prossimi anni. Merito anche di tecnici bravi a tirare fuori i loro talenti”.
Il tuo idolo nel mezzofondo è Nadia Battocletti?
“Le azzurre stanno andando fortissimo. Non c’è solo Nadia, ma anche Vissa, Cavalli, Zenoni… Di ragazze da guardare con attenzione e dalla quale imparare ce ne sono molte adesso”.
Hai qualche passione oltre all’atletica?
“Tra studio e sport non mi resta molto tempo libero. Ma mi piace cucinare, soprattutto i dolci. Il mio piatto forte? La treccia salata di pan brioche farcita”.
foto in Nazionale di Grana / Fidal