Il record di medaglie di Spalato e le altre perle della domenica europea

Dopo l’abbuffata di un sabato storico per l’atletica italiana, contrassegnato dagli ori di Fabbri, Simonelli e Jacobs, e dai sei podi complessivi, la domenica degli Europei di Roma è passata alla storia perché la spedizione azzurra ha superato il record di medaglie di Spalato 1990.

Trentaquattro anni fa, la spedizione continentale – chi non ricorda la splendida doppietta di Totò Antibo e i trionfi di Bordin, Panetta e Sidoti? – fu foriera di dodici medaglie. Il target, alla vigilia, era ritenuto da tutti raggiungibile e superabile, in primis dal presidente federale Mei. Ma il merito è di averlo eguagliato solo dopo tre giorni di competizioni, in occasione della doppietta nella mezza maratona firmata da Yeman Crippa e Pietro Riva.

Nel pomeriggio si è andato oltre, grazie agi due bronzi conquistati da Catalin Tecuceanu negli 800 e da Zaynab Dosso nei 100 piani. A questo punto, archiviato il record di medaglie di Spalato, il bottino di venti medaglie non sembra così irrealizzabile. Dal momento che nelle ultime tre giornate si esibiranno, tra gli altri, Larissa Iapichino, Sara Fantini, Pietro Arese, Gianmarco Tamberi e quattro staffette.

Il primato italiano di Luca Sito

All’indomani dello Sprint Festival di Firenze, ed eravamo solo ad aprile, Alessandro Simonelli ci aveva detto di non esser affatto sorpreso del 45″65 con cui Luca Sito si era affacciato alla stagione all’aperto.

Il 21enne del Cus Pro Patria Milano, nel giro di due mesi, si è migliorato di un ulteriore secondo nei 400 metri, raggiungendo ieri l’apoteosi con il record italiano. Il 44″77 di Davide Re (Le Chaux de Fonds, 2019) è stato spazzato via sulla pista dell’Olimpico, nella batteria di una semifinale dominata in 44″75 da Sito.

Luca Sito record italiano dei 400 metri


A questo punto, Sito si candida per qualcosa di molto interessante nella finale in programma stasera alle ore 21,40. Il passo del milanese è sciolto, sembra gli riesca tutto facile e che non faccia fatica nel giro della morte. “E’ in grado di fare gli ultimi metri grazie a una splendida fase di decontrazione” ci aveva avvertito il suo allenatore. E ce ne siamo proprio accorti in questi giorni, a cominciare dalla prima frazione monstre della 4×400 mista che ha messo un piede e mezzo sul volo per Parigi.

Importante però sottolineare come il ragazzo stasera correrà il suo quarto 400 in 96 ore. La brillantezza c’era tutta fino a ieri, speriamo che la fatica tardi ancora un paio d’ore prima di presentarsi sui muscoli di questo nuovo prodigio della velocità azzurra.

Che europeo per Alice Mangione, Tortu e Desalu ritrovati

La siciliana di Niscemi ieri ha abbattuto di 13 centesimi il suo personale nei 400 metri. Alice ha corso in 51″34, diventando la quarta azzurra all-time nel giro di pista alle spalle di Libania Grenot, Daniela Reina e Virna De Angeli.

Tuttavia, il tempo non è bastato per andare in finale: nella sua batteria c’erano quei fenomeni di Lieke Klaver e Sharlene Mawdsley e l’allieva di Marta Oliva, terza all’arrivo, avrebbe dovuto sperare in un ripescaggio ancora lontano per lei in termini cronometrici.

Alice Mangione nella semifinale dei 400 metri.


Restano però quegli 80 metri finali in cui la Mangione ha risucchiato cinque avversarie, come resta la brillantezza che le ha consentito nella serata inaugurale di questi Europei di resistere all’assalto di Femke Bol e condurre la 4×400 mista alla medaglia di bronzo. E non è ancora finita: mercoledì la aspettiamo nella 4×400.

I 200 metri maschili hanno poi ridato vigore all’azione negli ultimi tempi piuttosto imballata di Filippo Tortu e Fausto Desalu. Entrambi sono in semifinale, il brianzolo addirittura con un 20″14 affatto tirato. Per la finale, questo Tortu è da medaglia e poi ci sarà da apporre l’ultima firma nella 4×100.

Peleteiro e Mageean, numeri d’alta scuola

Da sottolineare ieri due risultati di rilievo: la medaglia d’oro (sotto la pioggia) della spagnola Ana Peleteiro nel salto triplo e quella dell’irlandese Ciara Mageean nei 1500 metri.

La Peleteiro ha onorato le cinque stellette dei favori del pronostico dopo il forfait di Maryna Bekh-Romanchuk, primeggiando con uno straordinario 14,85 nella gara in cui Dariya Derkach non è andata oltre i 14,03 e un deludente ottavo posto.

Ana Peleteiro, oro del salto triplo,


Fenomenale invece lo sprint con cui Mageean ha lasciato sul posto le britanniche Reekie e Bell, a lungo in testa alla gara. Per l’Irlanda è già un’edizione record: un oro in pista non arrivava da Budapest 1998, mentre a Roma sono già in tasca due medaglie dal metallo più pregiato grazie al successo della 4×400 mista di venerdì.

foto Grana / Fidal

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