Tebogo voce autorevole dello sprint africano e mina vagante dei prossimi Giochi olimpici

Deve ancora compiere 21 anni ma è uno degli uomini che suscita più curiosità in proiezione Giochi Olimpici. Letsile Tebogo è il nuovo che avanza nella velocità: nelle ultime due stagioni i risultati internazionali hanno parlato chiaro.

Nel 2022, ai mondiali Under 20 di Cali, ha vinto l’oro nei 100 metri con il record del mondo di categoria grazie allo straordinario 9″91, per poi chiudere la rassegna colombiana con l’argento nei 200 metri.

Nel 2023 era atteso alla consacrazione tra gli assoluti e non ha fallito, cogliendo ai mondiali di Budapest uno straordinario argento nei 100 metri, migliorando il proprio personale con 9″88, per poi chiudere con il bronzo nei 200 metri, dove ha corso in 19″81.

Quest’anno Tebogo potrebbe recitare il ruolo di cliente scomodo per gli assi dello sprint, a cominciare da Noah Lyles. Eppure, in un’intervista rilasciata alla BBC, il ragazzo del Botswana ha dichiarato di “non aver ancora pensato a cosa accadrà ai prossimi Giochi Olimpici e di non aver dunque nella mente un particolare obiettivo”.

Tebogo preferisce la cautela, anche perché da quando il suo Paese prende parte alle Olimpiadi, ovvero l’edizione di Mosca 1980, è stato capace di portare a casa soltanto due medaglie: l’argento di Nijel Amos a Londra 2012 negli 800 metri e il bronzo della 4×400 maschile a Tokyo 2021.

Nell’intervista rilasciata al network britannico, Tebogo ha ricordato come dopo cinque anni di calcio, ha scelto di privilegiare l’atletica perché disciplina che lo ha portato a viaggiare per la prima volta fuori dalla capitale Gaborone.

Con Simbine e Omanyala, Letsile – gestito da Rosa Associati – ha portato l’Africa a livelli altissimi nello sprint, suscitando ammirazione e interesse in tutto il continente nero.

Tuttavia, ha sottolineato Tebogo, sia in Botswana che negli altri Paesi africani, “mancano risorse importanti per l’atletica, a differenza di ciò che si trova in Europa e America. Gli atleti africani dovrebbero avere a disposizione più piste indoor dove allenarsi nei periodi più freddi, anziché dover emigrare in Francia o nel resto dell’Europa. Servono più infrastrutture per sfruttare a proprio vantaggio il momento d’oro degli sprinter”.

Foto Getty Images

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