Filippo Tortu si trasforma col testimone in mano: la staffetta è d’argento, le azzurre quarte

Sui 200 metri era sembrato l’ombra di se stesso. Contratto e impacciato, era uscito di scena nelle batterie, facendo comprensibilmente suonare un campanello d’allarme in chiave staffetta.

Ma Filippo Tortu, quando ha in mano il testimone della 4×100, si trasforma. Trova energie e motivazioni supplementari, ma anche una rotondità d’azione degne dei migliori sprinter al mondo.

L’accelerazione del brianzolo sul rettilineo d’arrivo della finale completa un gioco di squadra pressoché perfetto. L’Italia che fino a un mese fa non era certa di un posto tra le prime sedici formazioni, priva di Jacobs e in mezzo a dubbi e acciacchi di vario tipo, è medaglia d’argento mondiale a due anni dall’oro olimpico.



Sul traguardo, davanti agli azzurri ci sono solo gli americani, come prevedibile: lo straordinario Noah Lyles fa tripletta dopo la vittoria nei 100 e nei 200, ma ci è mancato poco perché non portasse all’arrivo la pelle visto che i suoi compagni hanno rischiato tantissimo nei cambi.

E allora celebriamo questi ragazzi ben ammaestrati dal prof. Filippo Di Mulo. Roberto Rigali, la piacevole scoperta dell’ultimo mese, ha lanciato alla perfezione Marcell Jacobs, che a sua volta è filato via velocissimo, consegnando il testimone a Lorenzo Patta, fluidissimo in curva ed efficientissimo nel passaggio del testimone a Tortu, a differenza di quanto accaduto ieri.

Tortu, come a Tokyo, si è scatenato. La sua accelerazione è dirompente: perde praticamente niente da Lyles, ma nel frattempo sorpassa di forza Giamaica e Gran Bretagna, per firmare a circa 26 ore di distanza la seconda prestazione di sempre della 4×100.


Se l’argento degli uomini ci ha fatto sobbalzare dal divano, non minori applausi meritano le ragazze: Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese stavolta non migliorano il record italiano ma chiudono al quarto posto, il miglior risultato della storia per la staffetta veloce femminile ai mondiali.

Budapest ci dice che possiamo stare
tranquilli in chiave Parigi, specie se riusciremo ad avere una prima parte di 2024 meno tormentato a livello fisico.

Domani calerà il sipario su questi bellissimi campionati con la finale delle due 4×400. E ancora una volta ci saremo, sia con gli uomini (Re, Scotti, Benati, Sibilio) che con le donne (Mangione, Folorunso, Bonora, Trevisan), protagoniste del nuovo record italiano con un sensazionale 3’23″86.



Un’ultima parola la spendiamo sulle lacrime di Nadia Battocletti, alla fine dei 5.000 metri che non sono andati come si augurava. La ragazza trentina, affranta dal risultato negativo, si è scusata davanti alle telecamere per la sua controprestazione. Noi diciamo a Nadia che non deve scusarsi con proprio con nessuno. Stavolta è andata male, ma la sua stoffa è indiscutibile. Si rifarà alla prossima occasione. Questo è lo sport. A volte si va forte, altre meno.

Foto Grana / Fidal

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