E’ alta 181 cm, ha solo 13 anni ed è l’ultimo nome del lungo azzurro: chi è Silvia Canape?

Treccine verde fluo e un fisico statuario come segni particolari. La carta d’identità recita 29 dicembre 2009 come data di nascita: Poko Silvia Canape deve ancora compiere 14 anni ma negli ambienti dell’atletica giovanile si è già cominciato a parlare tanto di lei.

Silvia, origini del Burkina Faso ma già in Italia all’età di due anni, è una piemontese di Villaromagnano, piccolo paese in provincia di Alessandria. Si allena a Tortona e difende i colori dell’Atletica Derthona. Poche settimane fa ha fatto vibrare la pedana di Caorle, ai Campionati Italiani Cadetti, saltando 6,03 nel lungo, quinta atleta in grado di superare i 6 metri in questa categoria, ma fatto assolutamente insolito per una tredicenne.

Per conoscere qualcosa di più di quest’ennesimo talento che l’atletica italiana, e nella fattispecie il salto in lungo, è in grado di sfornare, abbiamo intercettato Stefano Pasino, suo allenatore da due anni e mezzo.



“Ci eravamo accorti sin da subito della sua prestanza fisica – spiega Pasino – Silvia Canape è alta 181 cm e non ha ancora 14 anni. E’ notevolmente più sviluppata delle altre rivali e quindi dobbiamo attendere le categorie superiori per avere un confronto alla pari”.

Come siete arrivati a questa incredibile misura nel lungo?
“Con lei abbiamo provato sin da subito le prove multiple e crediamo che possa avere grandi doti anche nel salto in alto. All’inizio saltava 1,40 senza alcuna difficoltà, poi ha aggiunto altri dieci centimetri sempre in sforbiciata. Il suo problema è che non riesce a imparare a dovere il Fosbury (la tecnica che ha rivoluzionato il salto in alto, con l’atleta che esegue il gesto con la schiena rivolta verso l’asticella, ndr) e infatti la differenza tra il suo salto in sforbiciata e con il Fosbury è attualmente di soli 3 centimetri, l’1,63 fatto segnare ai Campionati Studenteschi contro l’1,66″.

E quindi vi siete dirottati sul lungo?
“All’inizio non le piaceva. Aveva paura dei nulli e quindi staccava con grande anticipo, facendo misure corte. Lavorandoci, pian pianino gli è andato a genio. E ha tirato fuori ottime misure. Al coperto aveva saltato 5,71 lo scorso inverno. Poi all’aperto è andata in crescendo, fino al 5.85 del 24 settembre. Il 6.03 di Caorle per noi non è stata una grande sorpresa. Perché i 6 metri li faceva già in allenamento”.



Ora vi aspetta un altro anno tra i Cadetti.
“Silvia è ancora piccola e il tempo ci consentirà di lavorare su tutto il resto. Non è certo l’ora di parlare di specializzazioni. L’approccio deve essere il più multidisciplinare possibile”.

Dove bisogna intervenire in modo più incisivo?
“Sicuramente sugli ostacoli. E rinforzare questo salto in alto, per capire se ci sono i margini per andare avanti. Lei a livello di misura vale molto di più. Continueremo a lavorare sulla resistenza e introdurremo il salto triplo”.

E la velocità?
“Non è un razzo però ha un discreto 10″43 sugli 80 metri. E’ atleta dalle gambe lunghe e negli ultimi mesi ha davvero preso tanti centimetri in altezza. Deve imparare a correre e trovare una coordinazione ideale compatibilmente con i cambiamenti del suo corpo. Silvia è ancora tutta da costruire”.

Foto d’azione Fidal Piemonte

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