Massimo Stano ad Atletica Talk: “Il nome di mia figlia Sophie sulle scarpe da gara”

fonte FIDAL

Il campione olimpico della 20 km, Massimo Stano, dopo gli impegni con il proprio progetto di promozione della marcia, The Walking Stano, è intervenuto oggi pomeriggio ad Atletica Talk, consueto format settimanale della federazione.
Di seguito le sue dichiarazioni.

Sui Giochi Olimpici di Parigi

“La mia gara è il 1° agosto? È una data che va onorata, la 20 km delle Olimpiadi è il mio ‘main goal’ per la prossima stagione. Non voglio farmi carico di pressioni, a Parigi voglio divertirmi dopo la lezione che ho preso quest’anno ai Mondiali di Budapest. Ho pensato a fare troppe cose, inseguire troppi obiettivi. Ma sono sicuro che tutto il lavoro fatto non è stato sprecato”.

“L’idea è quella di fare due gare alle Olimpiadi, con la ‘venti’ come obiettivo principale ma anche nella staffetta. Il nuovo format va a vantaggio mio e di Antonella Palmisano, anche se mi dispiace davvero tanto per gli specialisti della ‘cinquanta’ e della ‘trentacinque’ che non avranno opportunità”.

“Credo che al mondo, a essere sinceri, poche squadre possano essere competitive come un’Italia con Stano e Palmisano: penso alla Spagna, la Cina, forse l’Australia. È un’occasione ghiotta. Possiamo portare un’altra medaglia e stavolta insieme. Per qualificarci dovremo passare dai Mondiali a squadre di Antalya a fine aprile”.

Sul cambio di guida tecnica di Antonella Palmisano

“Mi dispiace che Antonella non faccia più parte del mio gruppo con Patrizio Parcesepe, perché per me è stata importante, una vera leader. Ma questo non significa non sentirsi e non vedersi più: ci incontreremo spesso in pineta e ci sosterremo durante gli allenamenti. Ognuno fa le proprie scelte, se inizia a arrugginirsi il rapporto è giusto che si provi a cambiare. È chiaro che nell’anno olimpico è un po’ complicato ma ho visto che in questo periodo va abbastanza di moda. Io vado controcorrente”.

Sugli Europei di Roma 2024

“Ne parlavo pochi giorni fa con Maurizio Damilano, che entrò da vincitore allo stadio Olimpico ai Mondiali del 1987. Quando ho gareggiato a Pechino 2015 sono arrivato ventesimo ma l’emozione di fare ingresso in quello stadio strapieno era pazzesca. Non immagino cosa significhi entrare per primi all’Olimpico: sarebbe fantastico, perché l’Europeo è l’unico titolo che mi manca”.

Su “The Walking Stano”

“Non ho mai visto così tanti campioni olimpici insieme. Mi sembrava un’utopia, poi tutti mi hanno detto ‘sì, vengo volentieri’. Sono orgoglioso di questo progetto che ci ha permesso di raccogliere 4 mila euro per la ricerca sulla fibrosi cistica”.

Sulla figlia Sophie, che ha quasi 3 anni

“Ci sarà il suo nome sulle mie scarpe da gara. Oltre a tutto il lavoro svolto con Patrick, ho vinto le Olimpiadi perché è nata lei. Ma la vittoria di Tokyo, in confronto a una figlia che ti corre incontro quando rientri a casa, non è niente”

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