Un salto nel futuro: Larissa, Mattia e la generazione che avanza

Salti, che passione. L’incredibile momento dell’atletica italiana coincide con uno stato di salute formidabile dei salti. In prima linea ci sono i veterani: Gimbo Tamberi, Roberta Bruni, Andy Diaz, Claudio Stecchi, Dariya Derkach e altri atleti con alle spalle una certa esperienza.

Ma il termometro vibra grazie ai più giovani. Basti pensare a Larissa Iapichino e Mattia Furlani: 21 anni lei, 18 lui, ma già certezze del salto in lungo. Sia nel presente che per un un domani che si annuncia sfavillante, anche perché stiamo parlando di ragazzi già maturi e determinati, con alle spalle solide basi e un modello familiare che ha dimostrato di funzionare: papà Gianni per Larissa, mamma Khaty per Mattia.


Larissa è stata assoluta protagonista del 2023: ha iniziato con l’argento agli Euroindoor di Istanbul con tanto di primato personale a 6,97 e ha chiuso con tre successi la Diamond League, tra cui quello del Golden Gala a due passi da casa (Firenze). Nel mezzo, il 5° posto di Budapest e il trionfo agli Europei Under 23 di Espoo. Altissima la probabilità per la figlia d’arte che il 2024 possa essere quello dei 7 metri e delle prime medaglie internazionali in campo assoluto.

Mattia è stato eletto stella nascente sia dalla European Athletics che dalla Fidal: ha vinto il titolo europeo under 20 a Gerusalemme e della categoria ha stampato il nuovo record italiano saltando 8,24 a Hengelo. Nel mese di maggio, a Savona, aveva fatto addirittura meglio di 20 centimetri. Ma l’8,44 di Savona non può essere omologato per il +2.2 di vento a favore.


Sulla sabbia, alle spalle dei due azzurri, si muove una generazione di talenti. Sempre nel lungo, ci si aspetta un grande salto di qualità da Marta Amani, già bronzo iridato under 20 nel 2022 e capace a Gerusalemme di stabilire il personal best atterrando a 6,54. Da settembre ha cambiato vita, trasferendosi da Villa Cortese alla prestigiosa università di Harvard: vedremo cosa sarà in grado di tirar fuori dopo i primi mesi trascorsi negli States.

Due profili da seguire sono Chiara Smeraldo (Cus Genova), campionessa italiana under 23 nel triplo, ed Elisa Valenti (Atletica Siracusa) campionessa italiana Allievi nel lungo. L’atleta ligure, classe 2002, vanta un personale di 6,32 nel lungo e di 13,44 nel triplo. La siciliana, classe 2007, ha saltato 6,02 e 12,70.
E cosa dire della 14enne Kelly Edimo Doualla (Atletica San Donato) capace di saltare 6,21 tra i Cadetti ad Olgiate Olona?

In campo maschile, sempre nel lungo, si attendono segnali dal quasi 18enne Rocco Martinelli (7,48 a Caorle) e soprattutto dal 15enne Daniele Inzoli (Atl. Riccardi Milano), quest’anno il miglior italiano di sempre nei Cadetti con la misura di 7,61.

Nel salto triplo, ecco due grandissimi nomi: Erika Saraceni (Bracco Atletica) e Greta Donato.
La prima, 17 anni, è stata eletta stella nascente dalla Fidal pochi giorni fa, ed è reduce da una stagione da incorniciare con il quarto posto agli europei under 20 e l’oro agli EYOF, vinto con la misura di 13,42.
La seconda, classe 2005, allenata da papà Fabrizio, si è laureata campionessa italiana juniores a Grosseto e ha migliorato il personale a Gerusalemme, arrivando a 13,16.

Ci siamo anche nel salto con l’asta: i nomi da segnare sul taccuino sono quelli di due piemontesi classe 2004, Great Nnachi e Simone Bertelli.


Great (quest’anno entrata nei Carabinieri) è salita alla ribalta con la medaglia d’argento agli europei under 20 di Gerusalemme conquistato con un salto di 4,15 ma nelle sue corde c’è molto di più, a cominciare dal 4,30 riuscito per ben due volte.
Simone, new entry delle Fiamme Gialle, in Israele si è preso invece l’oro con 5,40 ed è il primatista nazionale under 20 con i 5,51 saltati ad Ancona.

Speranze, infine, anche nel salto in alto, specie al femminile con la trentina classe 2001 Asia Tavernini e la parmense classe 2005 Aurora Vicini, atlete da 1,88 e pronte a migliorarsi alle spalle della pattuglia di saltatrici più mature a caccia del riscatto e capitanate da Elena Vallortigara.

Insomma, i segnali che lasciano presagire un futuro roseo ci sono tutti.

Foto Grana / Fidal

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