EDITORIALE – Azzurri, a che punto siamo? Aria di vivacità, per molti è quasi primavera

Siamo solo a febbraio, ma per alcuni dei nostri azzurri sembra già primavera. Un mese di uscite al coperto ha restituito la tanto conclamata vivacità dell’atletica italiana: tanti ragazzi sono competitivi a livello internazionale e si esprimono ad alti livelli per essere alle prime battute di una lunga stagione.

I risultati sono davvero incoraggianti in prospettiva: tra un mese ci sono i mondiali in sala a Glasgow, ma il pensiero va inevitabilmente all’estate e alla stuzzicante accoppiata Roma-Parigi, ovvero Europei in casa e Giochi Olimpici.

Nella velocità, abbiamo assistito al miglioramento del record italiano nei 60 metri di Zaynab Dosso (7″09), che dopo una prima parte tribolata di 2023 aveva eguagliato a Budapest anche il primato all’aperto dei 100 metri di Manuela Levorato, confermando tutto il suo talento.


C’è la mano di Giorgio Frinolli non solo su Dosso ma anche negli ostacoli di Lorenzo Simonelli, capace di correre in 7″50 i 60 hs superando il record italiano di Dal Molin vecchio di undici anni. Davvero inesplorate le incredibili potenzialità di “Lollo”, che si candida a essere uno dei grandi nomi di questo 2024 per tutta l’atletica europea.

Nel mezzofondo veloce abbiamo più volte parlato dei tanti miglioramenti avvenuti in campo femminile e di ciò che potrebbe accadere quest’anno, soprattutto quando sul tartan ritroveremo Nadia Battocletti, determinata a stupire nei 1500 e nei 5000 dopo aver confermato anche a dicembre le qualità su strada (vittoria alla BOclassic) e sui prati (argento agli europei di Bruxelles).


Nel frattempo, ci pensano i maschi a darsele di santa ragione. Ed è clamoroso quanto accaduto in una sola settimana. Pietro Arese abbassa il record dei 1500 indoor, venerdì incassa la risposta di Federico Riva, che a sua volta viene battuto dal tempo di Ossama Meslek dopo sole 24 ore. E Arese che fa? A Metz decide di polverizzare il primato nazionale dei 3000 di Gennaro Di Napoli!

Sabato è stato anche il giorno del salto in lungo e di Mattia Furlani, che a Stoccolma ha stabilito il nuovo record europeo under 20, saltando 8,08 al debutto stagionale. Anche Mersal, in Colorado, aveva superato quota 8 metri di due centimetri.

Sempre in Svezia, nel salto con l’asta, Elisa Molinarolo ha sfilato il primato indoor all’amica Roberta Bruni, issandosi fino a quota 4,63. Anche la veneta, dopo il boom di Budapest, ha ormai innestato un’altra marcia.


Venerdì sera, invece, a Miramas era stato il giorno del primo triplo di Andy Diaz. E l’allievo di Fabrizio Donato si è spinto fino a 17,46, migliore misura al mondo. Per lui è partito il lungo conto alla rovescia per indossare l’azzurro ad agosto, in concomitanza con le Olimpiadi.

Nei lanci, i gemelli di Paolo Dal Soglio, ovvero Zane Weir (campione d’Europa indoor) e Leo Fabbri (argento mondiale) non fanno più notizia. Girano l’Europa e mietono successi. E, dato da non sottovalutare, hanno ricominciato da 21 metri abbondanti.

Serve altro? Sì, perché la marcia, nell’anno della rivoluzione dei format olimpici, non ha intenzione di fallire la tradizione. E dopo l’esperimento staffetta a Modugno, Antonella Palmisano e Francesco Fortunato hanno ricominciato a vincere in Andalusia, dove si sono recati per un lungo raduno invernale.


E poi ci sono i graditi ritorni. Come quello di Sveva Gerevini, nel 2023 fermata dagli infortuni e ripresentatasi con le unghie affilate per tornare a lasciare il segno nelle prove multiple. E’ ripartita dal pentathlon con un atteso record italiano.

Il tutto aspettando altri big che si stanno preparando lontano dai riflettori. Che per il momento si vedranno poco, se non pochissimo (Jacobs, Tortu, Tamberi, Sibilio), che devono ancora piazzare i primi acuti (Iapichino, Ceccarelli, Osakue, Fantini) o che stanno lavorando per ritrovarsi (Vallortigara, Crippa, Dallavalle).

Ma dietro ai senior è giusto guardare ai giovani. E ce ne sono davvero di interessanti: Togni, Succo, Valensin, Pagliarini, Bertelli, Castellani, Caligiana sono solo alcuni di quelli partiti a mille tra Bergamo, Padova e Ancona. Perché quest’atletica ritrovata, oltre a godersi i suoi campioni, deve pensare tanto anche al futuro. I quadrienni che portano a Los Angeles 2028 e Brisbane 2032 sono ormai dietro l’angolo.

Foto Grana / Fidal

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