E’ tempo di tornare a saltare e ritrovare confidenza con la sabbia. Si avvicina a grandi passi il debutto stagionale outdoor di Larissa Iapichino, fissato per il 31 maggio in quel di Palermo, nel meeting che anche lo scorso anno battezzò i suoi primi salti prima degli Europei di Roma peraltro con la confortante misura di 6,86.
La fuoriclasse azzurra non gareggia dall’8 marzo, la sera del magnifico oro conquistato agli europei indoor di Apeldoorn. Dopo un inverno trionfale che le ha permesso finalmente di salire sul gradino più alto del podio in una delle principali rassegne internazionali, Larissa non ha partecipato ai mondiali di Nanchino e si è concentrata sulla preparazione per l’estate di un 2025 in cui vorrà continuare a progredire in una specialità che la vede in pianta stabile tra le leader mondiali e presentarsi al top della condizione a Tokyo.

Da qui a settembre manca però un’eternità. E in Sicilia, la 22enne fiorentina delle Fiamme Oro andrà per rompere il ghiaccio, prima di dedicarsi alla Diamond League, dove ha già vinto cinque tappe, l’ultima nella finale di Bruxelles che nel 2024 le ha consegnato il prestigioso diamante.
“Ci siamo trovati bene e ci fa piacere tornare in Sicilia per quella che sarà una gara utile a testare gli ultimi allenamenti – spiega Gianni Iapichino, il papà coach – Lo stato di forma non sarà chiaramente quello che ci aspettiamo di avere a Tokyo”.
Dopo il debutto, cosa prevede il calendario di Larissa?
“Il 15 giugno esordirà in Diamond League a Stoccolma. In Svezia, la concorrenza sarà agguerrita perché salteranno le prime tre di Parigi 2024: Tara Davis, Malaika Mihambo e Jasmine Moore. Sarà quindi il primo test con atlete di altissimo livello, in una pedana che ha sempre concesso misure importanti ad eccezione della gara di due anni fa che fu condizionata dalla pioggia”.

E poi?
“Il primo blocco di gare si concluderà a Madrid, per gli europei a squadre nell’ultimo weekend di giugno. Al rientro, faremo un blocco di tre settimane di lavoro per effettuare un nuovo carico dal momento che i mondiali saranno lontani ancora due mesi. Per questo, a malincuore, abbiamo rinunciato al Prefontaine Classic di Eugene, una gara a cui Larissa non ha mai preso parte. Ma non possiamo fare tutto…”.
Dopo arriveranno le gare che vi proietteranno in atmosfera iridata…
“Torneremo in Diamond League il 19 luglio a Londra, poi i Campionati italiani di Caorle e ancora Diamond a Chorzow il 16 agosto. Se si qualificherà alle finali, andremo a Zurigo e da lì partiremmo direttamente per il Giappone con ampio anticipo per favorire l’acclimatamento”.

Dal punto di vista tecnico come state lavorando? Siete passati alla rincorsa a 17 passi?
“Con Larissa, come già accaduto alla vigilia degli europei indoor dove avevamo rintracciato ancora un po’ di disordine, ha preferito affidarsi alla vecchia rincorsa formata da 15 passi con preavvio. E’ una soluzione che per il momento sente più sua e da le maggiori certezze. Il lavoro è stato facilitato in questo senso, dato che non aveva di certo dimenticato in pochi mesi la rincorsa che l’ha accompagnata negli ultimi tre anni”.
Ci sono state altre novità nella preparazione?
“Abbiamo cambiato qualcosa dal punto di vista fisico, ripartendo dall’ottimo lavoro fatto nel 2024 che purtroppo in coda ci aveva lasciato una punta d’amarezza per i risultati che non hanno rispecchiato la condizione in cui Larissa si trovava. In palestra, abbiamo leggermente aumentato i carichi con i pesi e il risultato sulla sua cilindrata si è già visto in occasione delle indoor. I test sulla forza e sulla velocità ci dicono che ci troviamo davanti a una Larissa migliore rispetto a quella dell’anno scorso e quindi possiamo aspirare ad alzare ulteriormente l’asticella avendo piena consapevolezza che alcuni suoi parametri sono migliorati. E’ chiaro che tireremo le somme di questo lavoro non in Diamond League, ma direttamente a Tokyo”.
Dal punto di vista mentale com’è ripartita Larissa dopo l’entusiasmo a mille dettato dall’oro di Apeldoorn?
“Con grande concentrazione e stabilità derivante dal nuovo percorso intrapreso all’indomani dei Giochi di Parigi. Lei ha sofferto molto le Olimpiadi perché si è messa tanta pressione addosso e si è lasciata travolgere dalla paura di non riuscire a rendere per quel che poteva. A Parigi ho incontrato Mauro Gatti, psicologo dello sport che lavora da tantissimi anni con azzurri di varie federazioni e che era in Francia a supporto delle Nazionali di ginnastica artistica e sollevamento pesi. E’ stato un incontro profetico, lo conosco bene perché è stato il mio insegnante del corso di Psicologia alla Scuola Nazionale di Golf che ho frequentato per diventare allenatore. Con Gatti è iniziato un rapporto importante e i risultati si sono visti sia ad Apeldoorn ma anche in generale nel quotidiano. Larissa ha avuto un cambiamento attitudinale, ora è più dentro gli allenamenti e desiderosa ogni giorno di migliorare. Lo staff si è ulteriormente allargato anche grazie all’ingresso nel team di un nuovo fisioterapista. E’ Lorenzo Porfiri, uomo Wintecare, che sin dal primo momento ha mostrato grande sensibilità e voglia di fare all’interno del percorso di Larissa”.
foto copertina di Grana / Fidal