Il volto di copertina della quattordicesima edizione del Meeting Internazionale Città di Savona, non ce ne vogliano i big che come tradizione hanno affollato l’ouverture del calendario nostrano, è senza dubbio quello di Erika Saraceni.
Viso dolce e movenze aggraziate, freschezza atletica e grinta da vendere sono solo alcune delle caratteristiche che riassumono il talento cristallino di questa ragazza milanese con tre nomi di battesimo, il terzo dei quali – dopo Giorgia c’è Anoeta – ricorda lo Stadio di San Sebastian in cui papà Enrico, ex azzurro della 4×400, vinse i mondiali master e conobbe la moglie.
Dagli Eyof ai 14 metri
Fin dai primi exploit in pedana, c’è chi giura di aver visto in poche altre atlete così tanta reattività nei piedi, dote fondamentale per volare nel salto triplo. Tutto il resto sarebbe stato costruito pezzetto dopo pezzetto. E oggi, a due anni di distanza dall’oro di Maribor agli Eyof in cui si rivelò al palcoscenico dell’atletica europea, la portacolori della Bracco Atletica, seguitissima sui social e già protagonista di campagne pubblicitarie di un noto brand di abbigliamento per ragazze, ha fatto definitivamente ingresso in una nuova dimensione.

Il 14,01 di Savona, con cui ha chiuso la gara al secondo posto alle spalle della principale attrazione della giornata, la campionessa olimpica Thea Lafond (14,31) è davvero tanta roba.
Perché arriva a 19 anni, peraltro proprio nel giorno del suo compleanno, come a dire che i grandi campioni il regalo se lo fanno da soli.
Perché aggiunge 17 centimetri al precedente primato italiano juniores stabilito da Veronica Zanon nel 2020.
Ma soprattutto perché Erika è stata capace in pochi mesi di aggiungere alla propria misura di riferimento cinquanta centimetri.
La mano di Paolino
Come sia stato possibile ce l’aveva spiegato quest’inverno Eugenio Paolino, all’indomani del primo titolo italiano assoluto conquistato da Erika ad Ancona con 13,71 e +20cm di personale. Il coach dei salti in estensione, una vita nei quadri federali, da poco meno di un anno a questa parte, con dei raduni programmati nella sua Imperia, sta curando insieme alla Saraceni la tecnica dei salti, completando il lavoro svolto da Erika a Milano con l’allenatore di sempre Aldo Maggi e il preparatore della forza Giacomo Consorti presso l’Osteopathy Track & Field.
In questi mesi, Erika ha appreso tante nozioni su balzi estensivi e specifici. Sulla rincorsa e sulla capacità di controllare l’elevata velocità d’ingresso, puntando a una distribuzione sempre più equilibrata tra hop, step e jump. Ha messo a punto la posizione delle spalle e lo spostamento rapido in avanti dell’arto che va a terra per anticipare la discesa, in modo da liberare la parte superiore. Dettagli che hanno aumentato le sue sicurezze e l’hanno resa più padrona del gesto.
Erika Saraceni è già il presente
La gara di Savona ha poi confermato le sue doti di grande agonista, perché negli appuntamenti di un certo spessore Erika non sbaglia un colpo, com’era accaduto anche ai mondiali under 20 di Lima quando fu medaglia di bronzo.
L’approdo tra le migliori della specialità è quello che serviva per i colori azzurri, considerate le difficoltà di Veronica Zanon a tornare a certi livelli, la lenta risalita di Ottavia Cestonaro dopo l’intervento del 2024 e gli ultimi guai fisici che hanno frenato Dariya Derkach. Ora l’attende la maturità, poi un’estate tutta sulla sabbia con l’obiettivo principale fissato negli europei di categoria a Tampere.
foto Davide Vaninetti