Franco Bragagna ancora in tribuna per la Rai. Mondiali orfani del “maestro”? C’è la petizione

Due anni fa, all’indomani dei mondiali di Budapest, scrissi un articolo intitolato “Che atletica sarebbe senza Franco Bragagna“, riferendomi alle qualità uniche delle telecronache fornite da uno dei più apprezzati e storici giornalisti sportivi targati Rai.

Sapevo che l’atletica (e il suo racconto) avrebbero dovuto prima o poi fare a meno del suo pathos, delle pronunce inappuntabili, delle storie familiari di campioni e comprimari, delle pillole di geografia che all’improvviso ci portavano a conoscere gli isolotti più improbabili dei Caraibi, merito anche dell’universalità del nostro sport. Ed era stato lo stesso Bragagna, in un’intervista prima dei Giochi di Parigi, a confermare che quella del 2024 sarebbe stata l’ultima edizione delle Olimpiadi estive da lui presenziata nelle vesti di uomo Rai.

Il cronista bolzanino, come noto, è ormai vicino alla pensione. Ma non è ancora in pensione. Eppure in questo 2025 non ha più lavorato né commentato l’atletica (sorvoliamo sul paragone con i successori difficilmente in grado di rimpiazzarlo nei cuori dei telespettatori) in quanto “ostaggio” dell’azienda, che ha deciso di tenerlo in ferie forzate accumulate negli anni e da smaltire prima di andare in pensione.

Lo stadio olimpico di Tokyo. Foto Gutierrez / Mondo


Eppure Bragagna, da mesi, ha dato la propria disponibilità (e volontà) a rinunciare a una parte di ferie (richiesta legittima) pur di tornare al microfono almeno per i grandi eventi, i mondiali di Tokyo e i Giochi di Milano-Cortina 2026, lui voce storica anche dello sci di fondo e delle cerimonie di apertura. Ma la Rai, sebbene abbia in passato fatto molte eccezioni e faccia addirittura lavorare con contratti di collaborazione esterna giornalisti già in pensione, a Franco ha detto di no.

Bragagna dunque è stato relegato dall’inizio dell’anno in tribuna, sebbene la deadline della sua carriera lavorativa sia ancora lontana quasi un anno (la pensione scatterà a metà luglio 2026).

La scelta non va giù agli appassionati, che nelle ultime settimane stanno tentando l’ultima e disperata mossa: una petizione online su change.org (che anche noi di atleticamagazine.it abbiamo firmato per la stima e l’affetto che ci lega a Franco), un fatto che non ha precedenti per un telecronista italiano e che rende l’idea dell’affetto e della riconoscenza che il popolo dello sport nutre verso il professionista e la persona.

Franco Bragagna petizione su Change.org


La petizione è stata lanciata dal Franco Bragagna Fan Club, un gruppo Facebook creato dai “seguaci” del maestro che conta più di 7000 iscritti e spera che accada in extremis un miracolo, magari su input dai piani alti. Difficile che ciò accada, a giudicare da una Rai Sport sempre più in balìa di scelte scellerate e politiche in merito ai contenuti elargiti e ai personaggi mandati in video, guidata da un direttore (Paolo Petrecca) che praticamente non si è mai visto.

Prepariamoci intanto a vivere un’edizione dei mondiali “mutilata”, senza cioè la voce di Franco che trent’anni fa cominciava la propria avventura iridata da quella Gotemburgo divenuta poi specialità della casa insieme ad altre espressioni, modi di dire, conoscenze che hanno rivoluzionato e segnato un’era nell’ambiente dell’atletica e del racconto sportivo. Domanda finale: ma si vuole davvero, in nome della burocrazia e di giochini politici, rinunciare all’eccellenza?

Potrebbe interessarti anche...

Gli articoli di questo autore

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *