Ultimi giorni sulle colline senesi per Yohanes Chiappinelli. L’allievo di Giuseppe Giambrone sta rifinendo la preparazione prima di spiccare il volo verso Tokyo, dove domenica 15 settembre, quando in Italia sarà l’1 di notte, prenderà il via la maratona maschile dei campionati del mondo.
Due anni fa, Yoghi fu undicesimo al traguardo, con il tempo di 2h11’12”, a poco più di tre minuti dal vincitore, l’ugandese Kiplangat. Come in quel di Budapest, anche in Giappone i top runner keniani hanno deciso di bypassare la manifestazione iridata per concentrarsi sulle più remunerative prove major. E allora si aprono scenari interessanti per gli outsider…
Chiappinelli, nelle ultime stagioni, ha intanto fatto segnare notevoli progressi, fino all’exploit di Valencia, quando nel dicembre 2024 è diventato il nuovo primatista italiano della distanza regina con il tempo di 2h05’24“.
Negli ultimi otto mesi la testa è rimasta concentrata completamente sui mondiali. Chiappinelli si è ritirato alla mezza di Dubai, ha poi mancato l’appuntamento con il record nazionale sempre nei 21K a Napoli (chiudendo 4° in 1h01’00”) ed è arrivato quinto agli europei di Bruxelles con 1h02’11”, crono utile a conquistare il bronzo a squadre.
Poi le due uscite nei 10.000 metri: a fine maggio, in pista, a Pacé (Francia), sempre in maglia azzurra, in Coppa Europa, raccogliendo la 14ma piazza in 28’32″67. E ieri sera, nella Scalata al Castello di Arezzo, nell’ultimo rodaggio prima dei mondiali: 5° posto con il crono di 28’46” al ritmo di 2’52″/km.
Yohanes, manca pochissimo a Tokyo e si continuano a macinare chilometri…
“Sto bene, è andato tutto per il verso giusto, con allenamenti solidi e stimolanti. Non è stato mai necessario rivedere i programmi, non ho mai sgarrato. Ho trascorso il primo periodo sul Monte Amiata, qui vicino. Una mezza altura, a 1400 metri di quota, per un mese. Percorsi muscolari, tanti saliscendi”.

Poi altro lavoro importante a St. Moritz.
“Un altro mese, in piena estate. Ho costruito bene, sono fiducioso”.
Quindi il ritorno al Tuscany Camp.
“Ho preferito scendere di quota e tornare a casa un po’ prima del previsto, per cercare di adattarmi al caldo e all’umidità che troverò alla maratona di Tokyo”.
La scorsa settimana hai “postato” un lavoro specifico di 32 km in cui raccontavi di come le gambe stiano girando sempre meglio…
“In effetti è andato meglio delle aspettative. L’abbiamo suddiviso così: 10 km a ritmo gara di circa 3’00″/km, 2 km di recupero a 3’15-3’20”, ancora 8 a ritmo gara, 2 di recupero, altri 6 a ritmo gara, ancora 2 di recupero e gli ultimi 2 km sempre a ritmo gara ma un po’ più sostenuti, a 2’55″/km”. E’ stata una giornata che mi ha dato fiducia e sicurezza in quello che ho saputo mettere in cassaforte in questi mesi”.

Parliamo di questa settimana. Com’è organizzata?
“Lunedì ho recuperato dall’ultimo lungo di 40 km corso domenica. Martedì due uscite tranquille, 45 minuti al mattino e un’ora di pomeriggio”.
Ieri è stato il giorno della Scalata al Castello.
“Un buon test, l’ultimo prima di Tokyo. Era giusto testare la condizione e far girare le gambe dopo una delle settimane più intense, con dentro i due lavori da 32 e 40 km più un lavoro veloce sui 1000”.
Il fine settimana cosa prevede?
“Oggi un paio di corsette a ritmi blandi, domani o sabato potrei fare un lavoro specifico o un fartlek, dipende dalle idee del coach, non lo sappiamo mai prima. Domenica mi aspetto un recupero o un altro lungo”.
Quanto serve allenarsi in compagnia per un obiettivo così importante?
“E’ uno dei motivi principali per cui ho scelto di trasferirmi al Tuscany Camp. Allenarsi e confrontarsi con atleti forti è sicuramente un vantaggio, ma bisogna essere abili a gestirsi, può rivelarsi anche un’arma a doppio taglio. Spesso è forte la tentazione di trasformare gli allenamenti in gare. Questo non deve succedere”.

Ai mondiali per…?
“L’obiettivo è ambizioso, non mi pongo limiti. Prima di Budapest avevo preannunciato di voler arrivare nella top ten e ci sono andato molto vicino. Stavolta mi piacerebbe aspirare a qualcosa di meglio. Di sicuro mi aspetto una gara tattica, che potrebbe decidersi intorno al 25° o 30° km ed è in quel momento che bisognerà farsi trovare pronti. Si corre per le medaglie e non per i riscontri cronometrici”.
A rappresentare l’Italia ci saranno anche Aouani e Crippa, a quest’ultimo hai strappato il primato italiano e con lui condividi lo sponsor, On. Che tipo di rapporto vi lega?
“Siamo amici da tempo, ci sentiamo al telefono, mi dispiace che non ci siano molte occasioni per correre insieme come nel passato, anche perché io ad esempio non vado più in Kenya. Entrambi sappiamo che i record passano e si aggiornano, probabilmente ce li toglieremo a vicenda ancora. E’ importante invece lasciare il segno in qualche competizione e tutti e due stiamo lavorando per questo obiettivo, per centrare una medaglia pesante. E prima o poi sono convinto che riusciremo a farcela”.
foto Grana / Fidal

