Testa sulle spalle, idee chiare e un crono che l’ha portato a essere il nuovo riferimento giovanile per i 400 ostacoli. Diego Mancini, nello scorso fine settimana, ha strappato applausi e catturato le attenzioni degli addetti ai lavori ai campionati italiani allievi di Rieti.
Il portacolori della Studentesca Milardi si è aggiudicato il titolo con il super tempo di 50″49, migliorando di quasi un secondo il record italiano under 18 che un anno fa aveva stabilito il corregionale Tommaso Ardizzone.
Diego Mancini nell’estate 2024 fu ottavo a Banska Bystrica. Ha appena compiuto 17 anni, abita ad Acilia, ha appena concluso il terzo anno dell’Istituto Tecnico Turistico di Ostia e si allena a Castelporziano agli ordini di Carlo Regalzi. Rispetto all’anno scorso si è già migliorato di quasi due secondi: il precedente limite era il 52″45 realizzato nella semifinale degli euroallievi.
Diego, il titolo italiano te l’aspettavi proprio così?
“No, per niente. Ero arrivato a questi italiani un po’ stanco. Un mese fa avevo corso in 51″68 con gli ostacoli da 91 cm. A Rieti mi aspettavo di correre in 51″ basso con quelli da 84. Dopo la batteria, in cui non avevo forzato del tutto, mi sarei accontentato per la verità anche di un 51″5”.

E invece…
“E invece sono partito forte come mai mi era capitato. Ma la sorpresa è stata che ho chiuso anche fortissimo. Ho fatto una gara perfetta. Ma dopo il traguardo ho vomitato…”.
Con quale ritmica hai siglato il nuovo primato italiano?
“Con 15 passi su tutti gli ostacoli. E’ stato un ritorno alle origini. A inizio anno avevo provato i 14 nei primi tre, ma le gare non hanno dato gli esiti sperati. Il tempo si aggirava tra i 52″8 e i 53 e quindi ho preferito ritrovare le mie sicurezze”.
Gli ostacoli ti hanno ormai conquistato.
“Ho iniziato a specializzarmi al primo anno cadetto, correndo i 300hs. L’anno dopo sono arrivato secondo agli Italiani con 38″58. E’ una disciplina che mi è sempre interessata”.
Settimana scorsa hai trionfato in casa, con la maglia del club che ha organizzato la due giorni tricolore.
“E’ stata una bellissima emozione. A incitarmi c’era il pubblico dalla tribuna e i bambini volontari in call room. Mi hanno dato tanta forza. E poi la mia famiglia: papà, mamma, mio fratello e mio nonno. Un’esperienza che non dimenticherò facilmente”.

Ora testa agli Eyof (Festival europeo della gioventù) di Skopje.
“Con 50″46 sono l’atleta più accreditato. L’obiettivo è quello di prendere l’oro, devo ambire al massimo risultato. Ma anche cercare di abbassare un po’ il tempo”.
Cosa avete perfezionato da Banska a oggi con il tuo allenatore?
“Quest’inverno abbiamo lavorato sulla resistenza lattacida allungando le distanze o facendo i 200 o i 300 molto tirati. Negli ultimi due mesi ci siamo concentrati sulla velocità e sulla tecnica dell’ostacolo”.
Un campione a cui ispirarti?
“Karsten Warholm. Perché affronta tutte le gare senza curarsi di come andrà a finire. Parte sempre a bomba”.
Il sogno nel cassetto di Diego Mancini?
“Los Angeles 2028. Mi piacerebbe poter affiancare Alessandro Sibilio in maglia azzurra”.
Altri obiettivi di quest’estate?
“Dopo gli Eyof, spero in una convocazione per gli europei Under 20. Non dovesse accadere, andrò a fare esperienza agli Assoluti di Caorle”.
foto Fidal