Yeman Crippa verso la Maratona di Valencia, parla coach Pegoretti

Prima di pensare alla prestazione, occorre ritrovare la serenità. Dopo le ultime due maratone piuttosto deludenti, culminate con i ritiri di Londra in primavera e di Tokyo ai recenti mondiali, Yeman Crippa guarda avanti e ha nel mirino la Maratona di Valencia del prossimo 7 dicembre.

Per il trentino, la sesta maratona in carriera dovrebbe rappresentare un nuovo inizio, l’appuntamento in cui dimostrare a se stesso che la strada intrapresa da due anni abbondanti è quella giusta. Serve un test convincente, a prescindere dal crono finale che quando si parla della velocissima Valencia stuzzica sicuramente la fantasia di ogni pro’.

Il portacolori delle Fiamme Oro sta lavorando soprattutto dal punto di vista mentale per cercare di superare gli ultimi colpi bassi che la distanza regina gli ha presentato, proprio quando dopo l’ormai ex record italiano siglato a Siviglia nel febbraio del 2024 (2h06’06”) tutto lasciava presagire a una crescita inarrestabile.

Yeman Crippa a Castelbuono.


“Yeman è reduce da un periodo molto faticoso – ammette coach Massimo Pegoretti analizzando a mente fredda le controprestazioni di quest’anno – Il ritiro di Londra lo ha condizionato soprattutto dal punto di vista mentale e quando entrano in gioco certi fattori, non è affatto semplice risolverli in poco tempo. Sapevamo che a Tokyo sarebbe stato difficile. Il problema si è ripresentato ma c’è la consapevolezza di doverlo affrontare e superare per l’importanza che riveste in una disciplina come la maratona”.

Dunque non si è più trattato dei noti problemi intestinali che lo avevano condizionato nelle precedenti uscite, una tra tutte la mezza maratona di Barcellona?
“No, purtroppo Yeman ha passato un periodo in cui non è riuscito a rimanere sereno e concentrato e sappiamo che la maratona non ti regala niente. Le gare non sono andate come si aspettava e quindi le sue certezze sono venute meno. Ha pagato tanto sul campo, ma si è rimesso subito in gioco con la voglia di tornare in fretta a potersi esprimere sul suo reale livello, che non è quello evidenziato in questo 2025”.

Si è rivolto a un mental coach?
“Sì, ha lavorato fino a luglio con un mental coach, poi in estate si è preso una pausa prima dei mondiali e adesso il percorso ricomincerà”.

Che poi entrambi i ritiri, sia a Londra che a Tokyo, sono arrivati più o meno nello stesso momento, al 34° e al 32° km, proprio quando la gara entra nel vivo.
“A Londra era subentrato più un calo fisico, a Tokyo diciamo che alla prima vera difficoltà non è riuscito a reagire ed è rimasto sopraffatto dai pensieri. Quando passi il 30° km devi tener duro, ma se ti passano mille cose per la testa allora succede di fermarsi”.

All’orizzonte c’è la Maratona di Valencia.
“Ha fatto una piccola pausa dopo il Giappone, poi è subito tornato al lavoro e fisicamente sta molto bene. Stiamo cercando di rimanere il più possibile a casa, fin quando il tempo lo permette. E’ andato via solo un paio di giorni per degli impegni con lo sponsor e per il matrimonio di Chiappinelli, in quell’occasione si è allenato al Tuscany Camp”.

Manca un mese alla gara: farà un test intermedio?
“In programma non abbiamo nulla anche se poteva esserci l’ipotesi di prendere parte alla mezza di Milano. E’ il 23 novembre, a sole due settimane dalla gara. Se Yeman dovesse andarci, effettuerebbe solo un piccolo test, ma l’idea è quella di non gareggiare e allenarsi bene come sta facendo. E’ reduce da un lungo di 35 km in cui ha alternato il ritmo maratona ad andature più tranquille, concludendo con 3’06” di media. I dati sono confortanti”.

foto Grana / Fidal

Quest’anno abbiamo assistito ai successi in pista di gente come Gressier e Almgren, che a differenza di Yeman hanno insistito sulla pista. Si può ipotizzare un suo ritorno al passato?
“Vediamo intanto come correrà a Valencia, mi auguro di no ma non possiamo escludere che nelle future valutazioni si possa anche prendere in considerazione l’idea di tornare indietro. La questione però è un’altra”.

Prego…
“La scelta di indirizzarsi sulla maratona è fondata sulle caratteristiche di Yeman, il quale da un punto di vista della meccanica di corsa risulta essere limitato rispetto ai pistaioli per ampiezza del passo. Lui è uno che va di frequenza, che fa fatica nelle gare in cui gli ultimi giri sono forsennati, può andare in difficoltà anche nell’ultimo 1000. E per le sue caratteristiche, proprio nelle maratone dei mondiali, Crippa è uno che aveva tutte le possibilità di andare a medaglia. Diciamo che questo 2025 è stato particolare”.

Foto Grana / Fidal

Cioè?
“Non era mai successo che gli africani combinassero poco o niente tra 5.000 e 10.000 metri. La stagione è stata atipica. Certo, quando ci riferiamo a top europei come Gressier, Almgren, Kimeli, Ndikumenayo, stiamo parlando di gente che corre i 5000 forte, anche in 12’44” o 12’50”. Ma spesso non basta solo il cronometro. Bisogna essere pronti sui cambi di ritmo. E’ chiaro che in linea di massima, per i Campionati europei, c’è meno competitività e allora possono essere fatti ragionamenti diversi e avere più chance. Escludendo quello che è successo a Tokyo, arrivare davanti in pista a livello mondiale invece è complicato. La maratona è più aperta. Iliass Aouani ha raccolto tantissimo tra europei e mondiali. Petros è arrivato a giocarsi il titolo iridato e credo che Yeman abbia perso poche volte contro il tedesco in carriera…”.

A Valencia quale sarà l’obiettivo?
“Dimostrare a se stesso di esserci con la testa, fare una gara intelligente e pensare poco. Non dovrà partire fortissimo, potrebbe anche passare alla mezza in 1h03′ e poi fare una seconda parte solida, finendo in progressione magari come accaduto l’anno scorso a Siviglia”.

foto in copertina di ON Running

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