Inutile negarlo, la Maratona di New York continua ad esercitare un fascino eccezionale sul mondo del running, nonostante non si vada lì per far segnare i migliori tempi della storia. Anche quest’anno la Grande Mela è stata presa d’assalto dagli appassionati della corsa e ha regalato uno spettacolo unico, condito ulteriormente dall’incredibile arrivo al fotofinish tra Benson Kipruto e Alexander Mutiso e dalla velocissima cavalcata valsa il bis a Hellen Obiri con tanto di record del percorso (2h19’51”) stabilito a distanza di 22 anni da quello della connazionale Margaret Okayo che le ha portato sul conto in banca 50.000 dollari in aggiunta ai 100.000 guadagnati con la vittoria della gara.

Ma la Maratona di New York 2025 non verrà dimenticata facilmente anche per altri temi accattivanti…
New York si riprende il primato di finisher
Nella scorsa primavera, con 56.640 arrivati al traguardo, la Maratona di Londra aveva rubato a New York lo scettro di maratona più grande del mondo. Ma questo record è durato solo pochi mesi, dal momento che la Maratona di New York 2025 di domenica scorsa ha registrato 59.232 finisher, superando la rivale di oltre 2.500 unità.

Un britannico tra i big
Se l’attenzione è stata tutta catturata dal duello mozzafiato tra Kipruto e Mutiso fino a tutto Central Park, ma anche dalle gesta dei leggendari Kipchoge e Bekele, ai più attenti osservatori non è sfuggito il nome di Patrick Dever, britannico campione Ncaa dei 10.000 metri che all’esordio in maratona è riuscito a ottenere un lusinghiero quarto posto con il crono di 2h08’58”, a un solo secondo da Korir, terzo classificato, prefigurandosi come nome da tenere d’occhio sulla distanza anche in chiave Europei di Birmingham 2026.
Il progetto universale di Kipchoge
Una volta tagliato il traguardo al 14° posto, Eliud Kipchoge, 40 anni, ha coronato il sogno di concludere tutte e sette le major e si è guadagnato la medaglia di Six Star Finishers (Sydney, che ha corso ad agosto, non è ancora contemplata nel riconoscimento).

New York era infatti il tassello che mancava nella sua formidabile carriera, ormai giunta al capolinea per quanto riguarda le sue possibilità di competere con i più forti di una disciplina per un decennio dominata in lungo e in largo.
Kipchoge non ha comunque annunciato il suo ritiro. Anzi, ha rilanciato annunciando la nascita dell’Eliud Kipchoge World Tour, una sfida in cui il fuoriclasse keniano affronterà sette maratone in sette continenti nei prossimi due anni per diventare messaggero universale del running e dello sport e per raccogliere fondi per la sua fondazione.
Una festa italiana
Duemilacinquecentocinquantatre. Tanti sono stati gli italiani che domenica hanno corso la Maratona di New York 2025, solo gli americani in numero maggiore. Un risultato incredibile per una corsa amata in una città da sempre vicina, da un punto di vista storico e culturale, al nostro Paese.

In tanti hanno fatto sul serio: 71 (di cui 3 donne) sono riusciti a completarla sotto il muro delle 3 ore, il migliore è stato Daniele Meucci, decimo all’età di 40 anni con il miglior crono di sempre dopo quattro partecipazioni.
In gara c’era anche chi ha fatto la storia della maratona e oggi allena i big, come Stefano Baldini, che l’ha corsa in 3h08’50”, e Danilo Goffi, all’arrivo dopo 3h19’01”.

