Ruth Chepngetich: la squalifica e gli sms che gettano ombre anche sul record del mondo

Dal primato del mondo alle sabbie mobili del doping. Ruth Chepngetich ha ricevuto ieri la sua sentenza. Dopo essere stata trovata positiva in seguito a un controllo effettuato nella scorsa primavera e aver incassato la sospensione provvisoria dall’Athetics Integrity Unit, la keniana capace di scendere incredibilmente sotto le 2h10′ alla Maratona di Chicago del 2024 dovrà rimanere ferma per tre anni.

Tre anni e non i quattro richiesti dalla commissione in quanto la Chepngetich ha ammesso la violazione della normativa antidoping a lei contestata e, accettando la sanzione, ha ricevuto lo sconto di un anno. La maratoneta era stata trovata positiva all’idroclorotiazide (HCTZ): nel campione di urine prelevatole lo scorso 14 marzo c’era una concentrazione di 3800ng/mL, quando il valore normale è di 20ng/mL.

Le immagini e le chat nel suo cellulare antecedenti al 14 marzo

Con la squalifica comminata a Ruth Chepngetich, il capo dell’Aiu Brett Clothier ha dichiarato chiusa la vicenda. Ma le indagini sulla primatista del mondo della maratona femminile andranno avanti. Perché nel suo cellulare sono stati trovati diversi messaggi sospetti. Uno risale al 14 aprile del 2024, quando un noto atleta keniano le aveva inviato delle immagini di fiale di testosterone e scritto di saper come utilizzarle, l’altro nell’aprile dell’anno precedente, con un’altra immagine ricevuta da terzi e raffigurante l’Anavar, uno steroide anabolizzante. Altri messaggi sospetti riguarderebbero poi delle chat di gruppo sui quali la Chepngetich si è dichiarata estranea.

Al momento i risultati della Chepngetich antecedenti al 14 marzo, giorno della positività al doping, restano validi. Lo stesso primato del mondo stabilito a Chicago (2h09’56”) è confermato. E’ chiaro che quel risultato, d’ora in avanti, verrà visto ancor più con sospetto e difficilmente il personaggio di Chepngetich potrà riguadagnare fiducia e credibilità nel mondo del running.

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