Tra tre giorni, alle ore 19 del 26 giugno (in diretta sulle principali piattaforme streaming del mondo) all’interno dello Stade Charlety di Parigi, Faith Kipyegon tenterà l’assalto al fatidico muro dei 4 minuti nel miglio, crono finora inavvicinabile per una donna, dal momento che il record del mondo che le appartiene è di 4’07″64. Breaking4 è il claim ideato da Nike per lanciare il tentativo di impresa della 33enne mezzofondista keniana, che per l’occasione ha ricevuto e riceverà quel pomeriggio il massimo supporto tecnico e tecnologico (ve ne abbiamo parlato in questo articolo).
La Kipyegon proverà a correre fortissimo con ai piedi le Victory Elite FK, chiodate super leggere progettate esclusivamente per l’evento. Pesano circa 85 grammi, hanno sei chiodi in titanio, una piastra in fibra di carbonio esterna, l‘unità Air Zoom nell’avampiede più alta e una tomaia praticamente impalpabile.

Come anticipato dal sito statunitense Believe in the Run, si tratta di scarpe completamente diverse da quelle che Faith indossò due anni fa, quando firmò il primato del mondo sui 1609 metri in pista a Montecarlo con le Nike Victory 2, scarpe con unità Nike Zoom Air, Flyplate in fibra di carbonio e piastra della suola in TPU.
Per aumentare notevolmente le prestazioni in pista, Nike è partita dal design di quella scarpa e ha modificato ogni singolo dettaglio, andando ad osservare e ad ascoltare sugli sterrati degli altipiani keniani le desiderata della campionessa africana.
Victory Elite FK: unità Air Zoom rivoluzionata
La tradizionale unità Air Zoom è stata rivoluzionata: è ora più alta e ha una forma personalizzata, con una bolla più grande per sfruttare l’energia derivante dalla compressione e dall’elasticità delle fibre che si trovano al suo interno.
La piastra, rispetto alla TPU delle Victory 2, è ora in fibra di carbonio e va dal mesopiede all’avampiede: riporta l’immagine della dea della vittoria e la scritta Fastest Known (riprendendo le iniziali di Faith Kipyegon), “la più veloce che si conosca”.
Victory Elite FK: la tomaia
Altro grande cambiamento è la tomaia in Flyknit, un mesh ingegnerizzato realizzato in filato superleggero che ha permesso a Nike di sostituire l’Atomknit della versione precedente e di risparmiare il 60% del peso.

All’interno troviamo una soletta leggera e ammortizzata appoggiata sulla piastra Flyplate in fibra di carbonio a tutta lunghezza con flessione unidirezionale, mentre nel tallone è presente ancora la ZoomX, l’affidabilissima schiuma PEBA proprietaria.
Victory Elite FK: i sei chiodi in titanio
La Victory 2 FK “monta” sei piccoli chiodi in titanio (lega più leggera e resistente rispetto all’acciaio o all’alluminio) stampati in 3D, a differenza dei quattro presenti nella Victory 2 e nel modello provato inizialmente da Faith.
I sei chiodi sono integrati nella piastra, in questo modo è stato ridotto notevolmente il peso rispetto ai fori filettati presenti nella versione precedente di questa scarpa.
La Victory Elite FK è (al momento) una scarpa illegale
Correre con le Victory Elite FK, al momento, non è possibile in competizioni ufficiali di World Athletics. Sulla carta non dovrebbe infrangere nessun regolamento, ma si tratta di un modello realizzato su misura e interamente personalizzato per un solo atleta, non ancora sottoposto all’approvazione del massimo organo internazionale (qui la lista ufficiale delle scarpe “legalmente utilizzabili”) e non disponibile in commercio ed è per questo che il Breaking4 si correrà al di fuori di una gara come la Diamond League.