Non ha ancora compiuto 13 anni e ha scatenato un dibattito mondiale. Da una settimana si parla in modi insistente di Yu Zidi, la giovanissima nuotatrice cinese nata nell’ottobre 2012 che ai Mondiali di Singapore ha conquistato la medaglia di bronzo con la 4×200 stile libero della sua Nazionale e ne ha sfiorata poi una individuale nei 200 misti.
Tutti si sono chiesti se sia giusto dal punto di vista etico che una ragazzina disputi un mondiale al fianco di atleti adulti. Anche se non con questi estremi, nel nuoto è successo tante volte di vedere adolescenti in grado di rivaleggiare con i campioni più affermati. Solo in Italia non possiamo non menzionare le prodezze di Federica Pellegrini, argento olimpico a 16 anni, e Benedetta Pilato, campionessa italiana assoluta dei 50 rana a 13 anni e argento mondiale a 14. E la sfilza di esempi potrebbe continuare se si sconfinasse nel mondo della ginnastica…

L’atletica è diversa dal nuoto: lo dice la fisiologia
Ma in atletica tutto questo sarebbe possibile? No, in parte per i regolamenti ma soprattutto per una questione fisiologica. Correre veloci a 12 anni come un adulto maturo non è possibile, almeno sui tempi tipici di una finale di una grande rassegna internazionale.
E’ la biologia che lo impedisce, sebbene ci siano stati adolescenti precoci e dal fisico strutturato prima dei coetanei come Jakob Ingebrigtsen e Zola Budd negli anni ’80, e ce ne sono ancora come la nostra Kelly Doualla (ancora 15enne), l’australiano Gout Gout, gli americani Quincy Wilson, che a Parigi ha fatto parte della 4×400, e Cooper Lutkenhaus, fresco di 1’42″27 negli 800 ai Trials a 16 anni! Stiamo parlando però di atleti dai 14 anni in su, dopo l’inizio della pubertà.

Un nuotatore “bambino” può volare in acqua grazie alla galleggiabilità, alla tecnica e al gesto sportivo di basso impatto. L’atletica è un’altra cosa, perché richiede innanzitutto uno sviluppo avanzato in termini di muscolatura (massa), ormoni e densità ossea.
Un 12enne non ha ancora generato nel suo corpo i cambiamenti che servono a mantenere i livelli di forza, velocità e resistenza per competere con gli assoluti. E l’atletica, a differenza del nuoto, è uno sport ad alto impatto: correndo si insiste molto su articolazioni e sistema muscolo-scheletrico e se gli allenamenti non sono adeguati al carico sopportabile dall’età e dalla struttura fisica non ancora completata si rischiano gravi conseguenze.
Gli allenamenti intensi ed esagerati in adolescenza aumentano il rischio di lesioni ossee, disturbi ormonali (nel caso delle ragazze potrebbe saltare il ciclo mestruale con conseguenze nefaste anche in termini di densità ossea), affaticamento cronico. Anche in Italia, negli ultimi anni, ci sono stati casi di giovani eccellenti che hanno chiesto troppo non rispettando la crescita naturale e poi sono spariti dai radar, persi tra infortuni e morale a pezzi.

Fattori come la resistenza all’impatto, la trazione al suolo, il reclutamento delle fibre muscolari a contrazione rapida e l’efficienza del passo sono tutti aspetti impossibili da padroneggiare a 12, 13 o 14 anni. Così come la resistenza in una mezza maratona o maratona. Sarebbe inutile insistere, il fisico non del tutto sviluppato non potrà mai restituire certe prestazioni in pista o su strada né sopportare i carichi di lavoro dei pro‘. No, l’atletica non è il nuoto e serve pazienza.
Ma cosa dice il regolamento?
Oltre agli ostacoli frapposti dalla fisiologia e dallo sviluppo biologico, correre a 12 anni in una competizione internazionale di World Athletics è vietato anche dai regolamenti.
Ai prossimi mondiali di Tokyo non potrà partecipare nessun atleta inferiore ai 16 anni che sia nato nell’anno 2010 o negli anni a seguire. Kelly Doualla, già invocata a furor di popolo per far parte della 4×100, potrebbe partecipare perché il suo anno di nascita è il 2009 (16 anni li compirà a novembre).
Ma c’è di più: i nati 2008 e 2009 non possono partecipare ai lanci, al decathlon o all’eptathlon, né ai 10.000 metri, alla maratona (vietata anche agli under 20) o alla marcia (vietata anche agli under 20 nel caso della 35 km), tutte quelle prove dov’è richiesto un maggior dispendio di energie e forza non compatibili, ripetiamo, con lo sviluppo normale di un adolescente.
foto in copertina di Jack Spitser