Diario dall’altura: la settimana tipo di Giovanna Epis a St. Moritz

Chiunque passi da St. Moritz in queste settimane troverebbe un fiume di runner dediti a preparare le gare di mezzofondo, le mezze maratone e le maratone di settembre e del prossimo autunno. Tra questi ci sono anche le azzurre della Nazionale che stanno mettendo fieno in cascina per la 42K dei mondiali di Tokyo. Dopo il forfait di Sara Nestola, per il Giappone sono rimaste in due: la veterana Giovanna Epis e la meno esperta Rebecca Lonedo, che in altura stanno svolgendo anche allenamenti congiunti guidati dai rispettivi tecnici, Giorgio Rondelli e Massimo Magnani.

Giovanna Epis si trova in quota dal 7 luglio e vi rimarrà fino a metà agosto. Poi potrebbe partecipare a una 10 km giusto per togliere un po’ di ruggine alle gambe e riattaccare il pettorale almeno una volta prima dei mondiali.

Il carico di lavoro cui si è sottoposta in Svizzera è stato molto intenso. La voglia di ben figurare alla rassegna iridata è tanta, anche per fare meglio rispetto ai Giochi di Parigi 2024, dove la veneziana trapiantata a Legnano ci arrivò per il rotto della cuffia dopo un lungo stop per l’infortunio al bacino e dunque non al meglio delle condizioni (fu 67esima in 2h38’26“).


Giovanna Epis e gli allenamenti in quota

Vediamo subito come sta lavorando la portacolori dei Carabinieri in vista dell’appuntamento più importante del 2025 dopo gli europei di Bruxelles, che Giovanna ha concluso al quinto posto in 2h29’14”.

“Le giornate variano anche a seconda delle sensazioni – fa notare Epis – Siamo in quota e se c’è bisogno di prendersi un giorno in più per il recupero, specie alla mia età, si prende senza problemi. In questa fase diventa fondamentale ascoltare i segnali del proprio corpo”.

Cerchiamo di descrivere una settimana tipo in altura per la preparazione dei mondiali. Cominciamo dal lunedì.
“Una sessione di palestra e due momenti dedicati alla corsa: un po’ di salita e 2000 metri a seguire in pista. E poi una corsa in progressione, una decina di chilometri chiudendo a un ritmo di 3’40″”.

Il martedì?
“Altra doppia corsa, ma stavolta a ritmi lenti”.

Siamo al mercoledì. Lavori specifici?
“Sì. Si alternano fartlek o il lavoro in pista con le ripetute. Le ultime sono state 12×1000 metri da fare sotto i 3’20-3’25” al km con recupero 200 metri in modalità jogging”.


Proseguiamo.
“Il giovedì e il venerdì corse molto tranquille. Il sabato o la domenica, anche in base al tempo, si fa un lungo o magari un doppio medio. Ma è capitato anche di dare spazio alle ripetute. L’idea è comunque quella di non guardare troppo il cronometro. Piuttosto attenzione alle sensazioni e la cosa più importante è finire in progressione”.

Dopo un mese di lavoro in altura tu come stai?
“La condizione sta migliorando, ma la prima settimana non è stata semplice perché sono salita a St. Mortiz quattro giorni dopo una brutta caduta in allenamento dove ho preso un paio di botte. Ci ho messo un po’ per tornare a correre a mio agio. Negli ultimi giorni di questo ritiro spero solo di rivedere il sole. L’ultima settimana è stata tosta, soprattutto per il vento. Si alza alle 10 e ci costringe ad allenarci molto presto”.

Con te c’è anche Rebecca Lonedo, che ha appena cambiato allenatore (da Baldini a Magnani).
“Facciamo dei lavori assieme, anche se il nostro approccio alla maratona è chiaramente diverso. I suoi carichi non possono essere uguali ai miei, dal momento che a Tokyo Rebecca correrà la sua terza maratona”.

Cosa ti aspetti dalla maratona di Tokyo?
“Ogni maratona iridata è a sé e presenta condizioni completamente diverse. Mi piacerebbe fare meglio del dodicesimo posto di Budapest 2023 (in 2h29’10”, ndr) ma so che in Giappone ci aspetta una gara di sopravvivenza. Farà molto caldo e servirà soprattutto la testa per non rischiare di perdere tutto in un attimo. A Sapporo, quattro anni fa per le Olimpiadi, ho sofferto l’afa ma era agosto, non so se a settembre sarà diverso. Bisognerà partire bene e fare una corsa in progressione”.


Hai già pensato ai prossimi obiettivi?
“Con Giorgio stiamo ragionando mese per mese. Alla maratona di Bruxelles non avrei dovuto partecipare, poi una volta che ero dentro al ranking ho avuto voglia di provarci. Sono una che se si mette in gioco, ha voglia di dare tutto”.

C’è una maratona tra quelle top che non hai mai corso e vorresti fare?
“La maratona di New York è in cima ai sogni. Per quest’anno passa, magari potrebbe essere un obiettivo per il 2026”.

foto in copertina di Grana / Fidal

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