Frattura da stress nel piede: il nemico numero uno del runner

La frattura da stress è una lesione ossea che si sviluppa a seguito di microtraumi ripetuti che superano la capacità di carico e recupero dell’osso e si presenta come una piccola crepa nella superficie di un osso.

Le ossa sono tessuti vivi in continuo stato di rigenerazione: le cellule vecchie muoiono e si staccano, lasciando il posto a cellule nuove, questo fenomeno è noto come turnover dell’osso.

Allenamento eccessivo e riposo insufficiente portano a un’accelerazione della disgregazione del vecchio tessuto osseo, mentre la creazione di nuovo tessuto non riesce a tenere il passo. 


La microfrattura è un infortunio subdolo e i sintomi possono variare. Di norma, inizialmente il dolore compare alla fine dell’allenamento, per poi manifestarsi durante la corsa e anche a riposo. Spesso è difficoltoso rimanere in appoggio su un solo piede e in alcuni casi il dolore è acutissimo alla pressione sull’osso. Per quanto riguarda i runner, la stragrande maggioranza delle fratture da stress deriva da allenamenti troppo intensi e, spesso, da allenamenti troppo impegnativi rispetto al proprio livello.

Cosa provoca una frattura da stress nel runner

Ci sono diverse situazioni che possono portare a una frattura da stress, la prima è l’aumento troppo rapido del chilometraggio. L’osso ha bisogno di tempo per abituarsi agli stress che la corsa comporta, quindi assicurati di dare alle tue ossa il tempo di cui necessitano.

Le persone che hanno problemi di iperpronazione sono più soggette alle fratture da stress perché caricano in modo anomalo e squilibrato le loro gambe. Anche l’osteopenia (densità ossea inferiore alla media) o l’osteoporosi (densità ossea sensibilmente inferiore alla media) possono causare fratture da stress.

Giovanna Epis in maratona.


Studi condotti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, negli Stati Uniti, hanno cercato di identificare se esistessero altri fattori fisiologici o elementi in qualche modo legati al verificarsi delle fratture da stress nelle donne che corrono.

I ricercatori hanno scoperto che il brusco aumento della frequenza, della durata e dell’intensità degli allenamenti (compreso l’inizio della pratica della corsa o la ripresa degli allenamenti dopo un infortunio); la mancanza di periodi di riposo e scarico nella preparazione; l’uso di un paio di scarpe da running per più di 6 mesi (dopo 800 chilometri il potere ammortizzante dell’intersuola si riduce del 50%).

Fra i fattori intrinseci vi sono la conformazione dell’osso (ad esempio la presenza di tibia vara, caratterizzata dalla variazione di curvatura dell’osso, aumenta il rischio di microfratture) e la debolezza del tricipite surale nel polpaccio, l’eccessiva pronazione, nonché l’adduzione dell’anca al momento dell’appoggio del piede al terreno, che accrescono lo stress sulla tibia.

Cosa fare in caso di frattura da stress

Una volta diagnosticata una frattura da stress, il cui gold standard è la risonanza magnetica, la fase iniziale del trattamento implica il riposo per evitare l’aggravarsi della lesione. I pazienti devono ridurre l’attività fisica ed evitare carichi sul piede.


Per i runner, significa sospendere temporaneamente la corsa o qualsiasi attività che comporti impatti ripetitivi sul piede. A seconda della gravità della frattura, si può raccomandare l’uso di una stampella che offre un supporto adeguato senza compromettere la guarigione.

Tra alcuni piccoli consigli per prevenire ed evitare l’insorgere di una frattura da stress nel piede del runner ci sono la riduzione dell’ampiezza del passo della corsa ad una distanza ottimale per non far scendere il bacino e sovraccaricare il piede, l’assunzione di cibi ad alto contenuto di calcio e l’aumento graduale dell’intensità degli allenamenti e del chilometraggio.

foto in copertina Pexels / Godoy

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